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PAPALE PAPALE – Ain’t over ‘til it’s over: 5 punti critici da cui ripartire dopo #RomaNapoli. Senza offesa!

Non è finita finché non è finita. Certo, se dobbiamo farci dare lezioni da un Lenny Kravitz di cinque lustri fa vuol dire che stiamo davvero a pezzi, eppure mai come oggi sembra necessario scavare il famoso ‘cascione’. Ragazzi, il Napoli ha perso a Roma e la Roma si è rifatta sotto. Basta pareggiare una delle ultime tre e se (SE) loro le vincono tutte siamo terzi. Va bene, tutto quello che volete, ma per il momento Sarri è ancora su e se le vince tutte e tre nessuno gli toglie il secondo posto. Che non è scudetto, ma significa tante cose, dalla soddisfazione al prestigio senza dimenticare il punto più importante di tutti: certezza Champions significa certezza di introiti, certezza di introiti significa mercato più ricco e prospettive diverse. Piaccia o no ai cd. ‘papponisti’, quando non ti chiami Agnelli e quando non hai alle spalle indonesiani, thailandesi e americani è così che funziona. Comunque la sconfitta di ieri, fotocopia di quella con la Juve, deve sicuramente far riflettere. Cinque punti fondamentali, senza andare troppo oltre. Per i “processi” ci sarà tempo a fine stagione, per il momento fissiamo quest’altra bandierina come promemoria in prospettiva di una crescita ulteriore, a patto di imparare dai propri errori. Senza offesa per nessuno!
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Sarri ©Getty Images
SENZA OFFESA PER SARRI
Prendere la sconfitta dell’Olimpico come un fallimento significa guardare le partite dal Televideo e non dal campo. La verità è che il Napoli ha perso a Roma dopo aver giocato molto bene, dopo aver fatto la partita che doveva fare, anzi forse andando anche un po’ sopra le righe. Ha perso per l’ennesimo episodio allo scadere, episodio che qualche minuto prima c’era stato dall’altro lato del campo (Marek: do you remember?) e poteva cambiare la storia del campionato rovinando pure la festa alla Juve. Il Napoli ha dimostrato ancora una volta di poter fare la partita con chiunque: parliamo di una diretta concorrente per l’obiettivo comune, che non ha fatto un solo tiro in porta finché non è entrato Totti. Sarri l’ha impostata bene ma poi ha commesso la leggerezza di togliere Allan in calo, ma pur sempre più utile di un Hamsik che ieri proprio non la vedeva. Forse, se David Lopez fosse entrato al posto del capitano, Nainggolan al tiro non ci sarebbe mai arrivato. Purtroppo sia a Torino che a Roma è mancata la gestione dei minuti finali, continuare a cercare il colpaccio quando bastava gestire quel punto di platino. L’atteggiamento arrembante è encomiabile, ma forse a volte è meglio pensare alla ragion di Stato. Esperienza preziosa per il prossimo anno, almeno così ci auguriamo.
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Marek Hamsik (©Getty Images)
SENZA OFFESA PER I CALCIATORI
Come già detto, il Napoli in campo ha giocato benissimo, addirittura per certi tratti meritava di vincere e con un pizzico di fortuna ci sarebbe pure riuscito. Ma alcuni punti vanno necessariamente sviscerati, anche per rifletterci su e capire cosa è andato storto. Se la difesa è stata semplicemente impeccabile, con Albiol nettamente sopra le righe (il salvataggio su El Shaarawy è epico, vale praticamente un gol e fa il paio con quello di Rudiger su Hamsik), alcuni uomini-chiave hanno invece toppato l’impegno, e visto il modo in cui si era messa la partita avrebbero potuto davvero fare la differenza. Con tutto il rispetto per lui e per gli altri idoli che ci hanno trascinati fin qui, in questo finale di stagione sta mancando come il pane Marek ‪Hamsik‬, che purtroppo ancora una volta palesa enormi limiti caratteriali e di personalità. Ieri non è mai entrato in partita, l’episodio del gol sbagliato non è che l’ultima goccia. Bacchettata anche per Higuain, la cui fame è una benedizione finché non diventa voracità. In un paio di occasioni si è incaponito in azioni personali che diversamente potevano liberare il compagno al tiro: un’azione di Callejòn nel primo tempo grida ancora vendetta. L’ingresso di Totti, che davvero in dieci minuti ha cambiato la partita e ha consentito alla Roma di orchestrare un paio di azioni che in 80 minuti non si erano viste neppure col binocolo, deve servire da esempio per i nostri top-players. Per carisma, freddezza e modo di incidere sulla partita il 10 romanista non ha eguali in Italia. Sfidiamo chiunque a dire il contrario.
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Aurelio De Laurentiis ©Getty Images

 

SENZA OFFESA PER LA SOCIETA’ 

A discolpa della squadra, va detto, pesano anche gli errori commessi in fase di mercato di riparazione da De Laurentiis e dai suoi scudieri. Hamsik boccheggia, ma come dargli torto? E’ fra i calciatori che hanno giocato di più, fra quelli che non hanno una vera alternativa tecnica in rosa e fra quelli che in certe occasioni più avrebbero bisogno di tirare il fiato. Quelle 3-4 criticità lasciate nell’organico hanno pesato maledettamente nel corso della stagione, l’appannamento di uomini-chiave senza validi sostituti è stato cruciale in alcune fasi del campionato. In un’ottica più ampia, come detto benissimo ieri da Maradona nella sua intervista televisiva, l’assenza della società si è fatta sentire anche sul piano mediatico e su quello istituzionale. Col mare calmo sono tutti marinai, dice un famoso proverbio: ebbene, quando si vince è facile spadroneggiare davanti alle telecamere, ma è quando si perde o quando ci sono torti palesi che bisogna davvero farsi vedere. Nessuno ha capito il senso di questo silenzio stampa, ieri ad esempio sarebbe stato bello analizzare col mister e con lo stesso presidente ciò che è andato storto e dove si poteva intervenire. Aurelio De Laurentiis ha portato il Napoli dove ormai non sognavamo più e continua a far crescere un gruppo che prima o poi qualche bersaglio grosso dovrà pure centrarlo. Anzi, siamo sicuri che già con la Champions in cassa il prossimo mercato sarà spumeggiante e in linea con la straordinaria crescita degli ultimi anni. Speriamo che arrivi anche qualche altro dirigente in grado di completare i quadri societari e di poter sopperire ad eventuali assenze del patron. ADL ha una marcia in più, ma non è ubiquo e non può certo esserci h24. Guardate gli altri top-team per capire di che parliamo.

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SENZA OFFESA PER LA CITTA’

Ragazzi, lo stadio, porca miseria, lo stadio. Ogni volta che si va in trasferta la sensazione è sempre la stessa. Le altre squadre hanno stadi fantastici, chi più avveniristico chi più caratteristico chi più imponente, ma tutti hanno un punto in comune: sono infinitamente più belli e funzionali del San Paolo. A partire dalle tribune, passando per le curve e perfino per il settore ospiti. Napoli è la città più bella d’Italia, ha la tifoseria più calda d’Italia e ha un bacino di utenza da far impallidire alcuni top club europei. Non merita un impianto da terzo mondo, non merita che chi esce dai ‘confini’ a guardare la partita debba vergognarsi di ciò che ha a casa. Chi vi scrive spera che De Magistris venga rieletto a furor di popolo, ma spera anche che uno dei passi della ‘fase 2’, dopo la criticità delle periferie, sia l’accordo con il Napoli per il nuovo stadio. L’Olimpico di Roma non è certo il migliore d’Italia, eppure con il San Paolo c’è un abisso, anzi forse anche qualcosa in più.

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SENZA OFFESA PER I TIFOSI (E PER GLI ADDETTI AI LAVORI)

Ragazzi, calma e gesso. Dopo la sconfitta di Roma c’era gente che voleva lanciarsi dal balcone, gente che aveva già indossato la toga per il processo, gente che già sta firmando il licenziamento di Sarri e gente che mette le mani avanti parlando di stagione fallimentare. Non scherziamo. Il Napoli completerà un campionato oltre le aspettative, davanti a squadre molto più valide sul piano dell’organico e tornerà in Champions League, ora manca soltanto l’ultimo passo, anzi gli ultimi tre. Non facciamo la fine dello scorso anno, quando un ambiente dilaniato dalle polemiche interne fece vivere un finale da psicodramma alla squadra, che sbagliò clamorosamente il ‘rigore’ della partita contro la Lazio, simboleggiato alla perfezione dal penalty in orbita di Higuain. Sappiamo che in molti fremono dalla voglia di sparare a zero su tutto e tutti e in virtù della libertà di espressione tollereremo anche i più scatenati, ma per favore non adesso. Adesso è il momento di remare con il Napoli, di spingere per queste ultime tre partite ed agguantare questo secondo posto che – non dimenticatelo mai – dipende ancora solo ed esclusivamente dagli azzurri. Per citare l’ottimo Benitez bisogna arrivare vivi alla spiaggia: a qualcuno sembrerà strano, ma anche l’atteggiamento dell’ultimo dei tifosi sarà decisivo. Se il Napoli è (giustamente) stanco e appannato l’ultimo strappo possiamo darglielo noi. It ain’t over ‘til it’s over, poi potrete dire e fare quello che volete. Ma ora, per favore, spalla a spalla!

 

di Antonio Papa (Twitter @antoniopapapapa)

 

Antonio Papa

Giornalista pubblicista dal 2010, "fratello maggiore" di tanti redattori del network, autore di trasmissioni televisive. In TvPlay sono, insieme a Claudio Mancini, il conduttore di FantaTvPlay, di "Chi Ha Fatto Palo" e di altri format creati da noi. Sono una persona che ha fatto della scrittura la sua ragione di vita, coronando un sogno che avevo fin da bambino. Il mio motto è “lavorare seriamente senza mai prendersi sul serio”. Cerco di trasmettere la mia passione e il mio entusiasmo alle persone che lavorano con me: quando ci riesco… ci divertiamo!

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