Lunedì 25 il Napoli di Maurizio Sarri affronterà all’Olimpico la Roma di Spalletti in quella che, molto probabilmente, sarà la sfida decisiva in chiave secondo posto, piazzamento che vale l’ingresso diretto in Champions League. A quattro giornate dal termine della Serie A 2015/2016 è già comunque possibile stilare un primo bilancio, partendo proprio da Napoli e Roma: le due grandi ‘deluse’ del campionato. Con ogni probabilità sarà ancora una volta la Juventus ad alzare al cielo lo scudetto, il quinto consecutivo, con azzurri e giallorossi che dovranno accontentarsi delle ‘briciole’ che cadranno sui gradini più bassi del podio.
Eppure la stagione era iniziata con ben altre prospettive, soprattutto per quanto riguarda la Roma. Il club capitolino, grazie anche una campagna acquisti nella quale non si è badato a spese, era ai nastri di partenza la principale candidata al tricolore. La nomination è presto spiegata: con una Juventus senza più stimoli dopo quattro campionati vinti, una squadra che poteva contare su gente come Salah e Dzeko poteva certamente dominare il torneo. Ma così non è stato: i bianconeri hanno dimostrato ancora una volta che per loro “vincere è l’unica cosa che conta”, e dopo un inizio difficile hanno frantumato record su record conquistando la testa della classifica senza più lasciarla. I giallorossi invece sono entrati in un tunnel di profonda crisi tecnica sotto la gestione Garcia, dal quale sono usciti solo grazie all’avvicendamento in panchina con Luciano Spalletti.
Dopo un inizio incoraggiante, con tanti punti incamerati, è stato chiaro un profondo momento di confusione tecnica per Rudi Garcia, ex allenatore giallorosso. Una rosa dalle potenzialità virtualmente illimitate ha reso poco o nulla. Lo stesso Dzeko, fenomenale centravanti con Wolfsburg e Manchester City, nella capitale pare aver dimenticato anche come sia fatta una porta da calcio: l’uomo che doveva fare da contraltare da Higuain si è rivelato un clamoroso e costosissimo flop. A cavallo tra i due gironi è stata dilapidata una quantità incredibile di punti, facendo sprofondare di conseguenza la Roma quasi a metà classifica. La prima parte della terapia di recupero è partita con l’esonero dell’allenatore francese, sostituito dal grande ex: Luciano Spalletti. Tutto bene da qui in poi, almeno all’apparenza. Risultati positivi, recupero poderoso in classifica generale e attacco diretto al Napoli, saldamente o così pareva, al secondo posto. Peccato per il rapporto non proprio idilliaco tra Spalletti e Francesco Totti, leggenda più che calciatore della Roma. Il capitano giallorosso, restio all’idea di ritirarsi nonostante i 40 anni, ha già virtualmente spaccato lo spogliatoio attirando su di se tutta l’opinione pubblica. Difficile per Spalletti gestire una situazione così dirompente e i risultati si stanno osservando in campionato: passi falsi con il Bologna e l’Atalanta e vittoria in extremis con il Torino, non proprio il miglior bigliettino da visita per la super sfida con il Napoli. Insomma, per la Roma un campionato iniziato da favorita assoluta e finito tra ‘beghe di condominio’.
Discorso a parte merita il Napoli di Maurizio Sarri. Dopo il biennio Benitez e con una squadra parzialmente rinforzata al ‘ribasso’, almeno sulla carta, era quasi impossibile a inizio stagione prospettare un campionato di così alto livello. E nemmeno le prime partite avevano fatto cambiare giudizio, con la sconfitta di Sassuolo e il pareggio beffa con la Sampdoria. Pareva di vedere il Napoli di Benitez ma con ancora più punti oscuri nella trama di gioco. La svolta della stagione è stata senza dubbio il passaggio dal modulo con il trequartista al 4-3-3. Il risultato è stato sotto gli occhi di tutti fino alla squalifica di Higuain: per il ‘Pipita’ 30 gol in 31 partite di campionato, e una difesa quasi perfetta nei movimenti e nella continuità di rendimento. Un vero e proprio orologio quello costruito da Sarri, che è stato paragonato al Napoli meraviglia di Vinicio degli anni ’70. Un piacere per gli occhi e per i risultati, che pure sono arrivati. A lungo impegnato nella lotta con la Juventus per il tricolore, gli azzurri ora devono guardarsi dal ritorno della Roma e consolidare il secondo posto. Una rosa forse un po’ troppo ristretta e qualche contraccolpo psicologico (la sconfitta all’ultimo minuto contro la Juve) hanno probabilmente impedito ai ragazzi di Sarri di fare l’ultimo step per lo scudetto. Comunque si chiuderà questa stagione, resterà negli annali del calcio una serie di record storici frantumati dai partenopei, che lunedì 25 all’Olimpico sfideranno la Roma in quella che adesso è davvero la ‘partita dell’anno’.
di Vincenzo Matino (Twitter: @vincenzomatino)
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