Nel segno del sei. Come le giornate che mancano al termine di questa emozionante stagione calcistica, con il Napoli che all’orizzonte vede ormai un accesso in Champions che, solo ad inizio anno, pareva obiettivo fuori portata. L’arrivo di Sarri in città, però, aveva portato aria nuova e nuova voglia di fare. Nessuno si aspettava una squadra già pronta a lottare per la vetta, ma i grandi numeri di quest’anno riporteranno il Napoli e Napoli nell’Europa che conta, magari proprio dalla porta principale dopo la gara pareggiata lunedì dalla Roma con il Bologna all’Olimpico.
Sono sei, appunto, le lunghezze di vantaggio del Napoli sui giallorossi, pronti ad assaltare il secondo posto degli azzurri dopo una grande galoppata di risalita nella seconda parte di stagione e con Spalletti in panchina. Con Totti in campo, però, la Roma ha dovuto fermarsi ai pali di Salah e al gol di Rossettini, regalando al Napoli nuova linfa in vista della gara di Milano del prossimo sabato contro l’Inter. La stessa Inter, quarta in graduatoria, che segue la Roma a sei punti per un accesso in Champions che pare ormai chimera.
Ma sei sono anche i punti di ritardo dalla Juve per un Napoli che, dopo la brutta uscita di Udine, non ha intenzione di lasciare altro spazio alla squadra di Allegri, ormai sicura nel veleggiare verso il quinto scudetto di fila dopo il caos Calciopoli di ormai dieci anni fa.
Non finisce qui. Perché il numero sei a Napoli si ritrova ancora un po’. A denunciarlo é José Maria Callejón, uno dei più in ombra nella prima parte di annata e uomo simbolo di questo girone di ritorno per gli azzurri.
Dopo essere stato a secco in campionato in tutto il girone di andata, sono sei le sue reti nelle tredici presenze successive. Anche domenica una partita da protagonista; prima é decisivo per il gol di Gabbiadini, poi si guadagna il rigore trasformato da Insigne. Alla fine gli serve un assist di El Kaddouri per marcare personalmente il tabellino nella ripresa e chiudere al meglio la sua prestazione. Lo spagnolo, dopo le ingiuste critiche della prima parte dell’anno, ritrova la luce che gli spetta ed i complimenti dovuti, leader silenzioso di una fase offensiva che ha perso Higuain e non lo ritroverà a Milano contro i nerazzurri. In attesa dell’argentino, é lui l’uomo ovunque, il riferimento capace di scardinare qualsiasi difesa avversaria. Mancini e l’Inter sono già avvisati.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: gennarojenius9)
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