Fiuto del gol, visione della porta ed incursione degli spazi.
Bomber puro che marca il cartellino con la regolarità di uno stacanovista.
Una strada da percorrere per lasciare il segno ed una carriera da scrivere, perchè no, in azzurro.
La squalifica del Pipita ha smosso gli animi e le polemiche, dagli hashtag #iostoconHiguaìn alle processioni mediatiche a favore dell’argentino.
Gabbiadini come missionario e portatore di buone novelle viene chiamato in causa e non smentisce le aspettative.
Statico forse, da modellare sicuramente ma il buon Manolo ha le carte in regola per far parlare di se.
Botta lieve alla caviglia, durante il match contro l’Hellas Verona ma nulla di grave, si legge un pò ovunque.
La sostituzione è servita, soprattutto per l’applauso scrosciante che l’ha accompagnato a bordo campo.
Chissà se avrà sorriso, almeno in quella occasione.
Higuaìn dipendente o no, il Napoli ha giocato come sa fare.
Scelta azzardata lasciare in panchina Allan per il buon David Lopez, che nonostante le sue capacità ha dimostrato di sudare la maglia e di tenere il campo.
Fiumi di parole per Callejon, mai stanco, ma come non elogiare un calciatore così duttile ed instancabile.
Pedina perfetta in un gioco di memoria e velocità.
Marek Hamsik, che sale sul podio per le sue presenze in maglia azzurra (alle spalle di Bruscolotti e Juliano) ha dato il meglio di se e nonostante la meravigliosa prestazione, ancora non si chiarisce la sua altalenante combattività.
Fasi alterne per il Capitano azzurro, dalle lodi alle oscure partite di facciata.
Sei punti ci staccano dalla Juventus, a sei punti la nostra inseguitrice e sei giornate per lasciare il segno.
Campionato straordinario quello azzurro, fatto di emozioni e qualche recriminazione.
Un percorso inaspettato ma lodevole che sancisce il connubio tra squadra e città.
L’allenatore dell’anno, ha qualche piccola colpa da espiare.
Ma solo i grandi comprendono insegnamenti dai propri errori.
Un anno di transizione che pone le basi per una nuova avventura da vivere in azzurro.
Che il toto Higuaìn non parta da adesso, che non si discuta su clausole e contratti.
Che sia lo sprint finale di tutti.
Sei battaglie da giocare insieme.
L’inter ci aspetta a Milano, prestazione evanescente quella del Matusa contro il Frosinone, ma non si deve abbassare la guardia.
Squadre spente che accendono l’interruttore da nostre avversarie.
Portieri, come Gollini dell’Hellas Verona, che all’occorrenza si trasformano nel Neuer di noi altri.
Sul filo del rasoio, con la giusta tensione a caricare gli animi e con la caparbietà di imporre il nostro gioco.
Il più bel gioco visto in Italia quest’anno, senza alcun’ombra di dubbio.
Che si scateni l’inferno e che le fiamme siano accese da noi.
di Anna Ciccarelli
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