Piero Sandulli, vice-presidente della Corte Federale di giustizia sportiva, si è esposto parzialmente sul caso Higuain ai microfoni di Radio Crc: Sandulli ha parlato del caso dell’argentino e della tendenza generale di alcuni giocatori nell’essere troppo agitati in campo: “Non faccio parte del collegio che giudicherà Gonzalo Higuain. Il presupposto giuridico è un tema di cui se ne occuperà la corte per cui il mio parere non avrebbe ugualmente valore. Rilevo che alcuni atteggiamenti andrebbero moderati, siamo di fronte a professionisti con lauti stipendi e dovrebbero evitare di dare uno brutto spettacolo anche perché sono degli esempi per i più piccoli e devono tenero sempre in mente. Non parlo del caso di Higuain, ma in generale, perché questo può turbare anche i tifosi e assistiamo a poi spettacoli inquietanti come quelli di Palermo”.
Successivamente, Sandulli ha voluto chiarire anche altri aspetti della vicenda: “In queste vicende il referto arbitrale ha un peso specifico notevole, viene equiparato all’atto pubblico del processo civile. Dal punto di vista teorico il comportamento irriguardoso è sanzionato con due giornate quello violento con tre giornate”. Infine, un ulteriore monito: “E’ bene distinguere il ruolo di atleta da quello di direttore di gara, poi la Corte, cosa che spesso fa, ha la possibilità attraverso il rappresentate AIA di chiedere di integrare il suo pensiero. Suggerirei alle società di imparare a rapportarsi agli arbitri anche perché le proteste rischiano solo di peggiorare la condizione dell’atleta”.