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L’UOMO COPERTINA – Insigne e la discontinuità: l’ultimo passo per diventare un campione

Lorenzo Insigne esulta (©Getty Images)

La sciagurata sconfitta contro l’Udinese è ormai alle spalle, il Napoli ritrova la retta via e batte in scioltezza l’Hellas Verona. 3-0 rotondo, mai in discussione. Gli avversari, a parte qualche piccola folata intraprendente nei 15′ o 20′ iniziali, non hanno creato alcun tipo di pericolo a Pepe Reina, che è riuscito a mantenere la porta inviolata dopo due giornate (l’ultima volta contro il Palermo al Renzo Barbera). Croce e delizia Manolo Gabbiadini, il quale trova il gol dopo averne divorati almeno due (con grande merito di Pierluigi Gollini); in ogni caso, ha tutte le carte in regola per non far rimpiangere troppo Gonzalo Higuaìn.

Il Napoli, nel corso di questa stagione, ha dovuto fare i conti con un dispendio di energie incredibili, sia fisiche che mentali. La squadra, che ha mantenuto un certa intensità per larga parte del campionato, ha cominciato a dare segnali “preoccupanti” nelle ultime uscite, come testimoniato anche dalla sconfitta della Dacia Arena. Simbolo di questo calo è Lorenzo Insigne, ieri autore della rete – su calcio di rigore – che ha portato il risultato sul momentaneo 2-0. Tolto il gol, la sua prestazione è stata insufficiente, per l’ennesima volta. Ha sbagliato qualche passaggio di troppo, e anche le scelte “tecniche” non sono state sempre le più sagge.

Prima della rete di ieri, il folletto napoletano aveva segnato l’ultima volta il 22 febbraio, nel maledetto 1-1 contro il Milan. Un gol, tra l’altro, siglato un po’ per caso e in una partita dove si fece “annullare” da Ignazio Abate. Insomma, rispetto a quello attuale, Insigne ha attraversato decisamente momenti migliori. Il calo fisico è evidente, ed è anche ampiamente legittimo considerando i numerosi sforzi fatti in questa splendida annata. Non è la prima volta, però, in questa stagione e anche in quelle precedenti, che il Magnifico incappa in questi periodi sottotono, con poca lucidità e determinazione; anche lui vittima della discontinuità, che ancora non fa di Insigne un campione assoluto. Ma c’è tutto il tempo per diventarlo.

 

di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)

Pasquale La Ragione

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