A parlare sarà il campo. L’ha deciso il Napoli, che nel giorno prima della gara col Verona ha scelto di non tenere la consueta conferenza di presentazione del match di Maurizio Sarri. Ma l’ha deciso anche il campionato, che chiederà al Napoli il massimo sforzo oggi al San Paolo contro il Verona. L’obiettivo è triplice: non lasciare altro spazio alla Juventus capolista che ieri ha praticamente ipotecato lo scudetto vincendo in casa del Milan in rimonta, non farsi riprendere dalla Roma, vogliosa di secondo posto ed in netta crescita, ma soprattutto riprendersi dopo la brutta prestazione di Udine, con una sconfitta inaspettata ed inadeguata rispetto a quelli che sono stati i livelli mostrati dalla squadra azzurra sin dall’inizio della stagione.
MANOLO E IL FLASH MOB
Il nuovo punto fermo si chiamerà Manolo Gabbiadini. Classe 1991, da ormai un anno e mezzo a Napoli, il ragazzo ex Atalanta e Sampdoria è chiamato alla battaglia dopo una stagione difficilissima a livello personale.
Era rimasto la scorsa estate nonostante il dualismo con Gonzalo Higuain è proprio all’Argentina avrebbe dovuto contendere il posto, se non addirittura affiancarlo nel 4-3-1-2 che Sarri aveva in mente ad inizio anno. Le cose, però, hanno preso una piega diversa e nel 4-3-3 che è diventato vestito ideale del Napoli Gabbiadini non aveva alcun posto assicurato. Troppo atipico per essere prima punta, troppo attaccante per essere un esterno. A fare en plein ci hanno pensato i 30 e passa gol stagionali del bomber ex Real Madrid, uno che il posto da titolare non lo lascia neanche nelle giornate meno abbaglianti.
A fermarlo ci hanno pensato Irrati, la giustizia sportiva e la sua stessa voglia di fare, un peso insostenibile quando si è in piena trance agonistica. Napoli ed i napoletani si sono subito lasciati andare alla disperazione, gridando allo scandalo e mettendo in atto flash mob mentre dalle quinte spuntava di nuovo lui, Manolo, col fisico esile e quel sinistro da artista settecentesco che può soltanto fare invidia a mezza serie A.
Giocherebbe titolare ovunque, forse anche alla Juventus, ma qui a Napoli la storia di Gabbiadini è stata tortuosa come non mai. Vorrebbe prendere il biglietto per i prossimi Europei in Francia in estate, consapevole che a 25 anni potrebbe essere l’occasione migliore per mostrarsi anche fuori dai confini nazionali; per farlo sarà necessario fare bene col Napoli nella coda di questa stagione.
Davanti a sé tre gare in cui potrà dare il tutto per tutto e mostrare ancora una volta le sue qualità; quattro, forse, se la giustizia sportiva dovesse decidere che no, il Pipita a Roma contro i giallorossi proprio non ci sarà.
SENZA SARRI, MA CON LA VOGLIA DI CHAMPIONS
Quella stessa giustizia che ha confermato nella serata di venerdì la squalifica di Maurizio Sarri. Il tecnico azzurro, appesantito dalla recidiva, non ci sarà dunque in panchina contro il Verona quest’oggi. Guarderà i suoi dalla tribuna, dopo aver preparato meticolosamente la partita nelle segrete di Castel Volturno, lontano da voci, media e curiosi.
Si è nascosto il Napoli, consapevole che dopo il polverone alzato dal caso Higuain la mossa migliore era restare nell’ombra almeno per un po’. La strategia migliore è stata studiata dai legali nelle prime ore dopo l’episodio di Udine così come da De Laurentiis, rientrato a Napoli nelle scorse ore per stare accanto alla squadra in quello che, probabilmente, è il momento più delicato.
Superare il Verona sarà il primo passo per approcciare al meglio al rettilineo finale di questo campionato, consci che le assenze di questo turno potranno essere in parte recuperate per la gara di Milano contro l’Inter del prossimo turno.
Il San Paolo dovrà essere, allora, fortino inespugnabile per un Napoli che ha nel secondo posto è nella conseguente Champions l’obiettivo primario.
Un occhio a chi fugge in avanti ci sarà sempre, ma le speranze di titolo sono ormai ridotte all’osso. Meglio pensare a chi sta dietro e cerca di scavalcarti.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)