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KICKOFF – Napoli e i flash mob: qui non si gioca ad armi pari

Come al solito Napoli vive un contrasto calcistico. I temi cruciali della nostra città vengono spesso accantonati per lasciar
spazio agli azzurri e anche in questo caso si rispetta tale regola non scritta. Il fronte dei tifosi, che siano da stadio o da divano, è
chiaramente diviso.

Lo ha dimostrato la reazione in parte distaccata del web nei confronti del flash mob avvenuto nella giornata di ieri per sostenere Gonzalo Higuain. Un evento al quale ha preso parte un gruppo di circa 100 persone, attirando telecamere e tifosi, per quello che il sottoscritto reputa essere un gesto inutile, che non fa altro che relegare ulteriormente Napoli a macchietta del campionato di serie A.

Essere definiti caciaroni, amanti della parola e non dei fatti ma soprattutto facili al pianto, è qualcosa che personalmente non condivido, almeno per gran parte della tifoseria. Agendo in questa maniera, non soltanto in riferimento al flash mob, non si fa altro che scendere su un campo di battaglia con armi decisamente non appropriate.

Sia chiaro che il Napoli non è storicamente una delle grandi del campionato italiano. Sappiamo quali sono e sia dunque chiaro che in questa corsa allo scudetto che la società di De Laurentiis pare aver messo in programma (nonostante Grassi-Regini, che ricordano tanto Ruiz-Mascara), il Napoli si ritrova a lottare in casa d’altri. Attraverso il proprio bel gioco gli azzurri vogliono introdursi furtivamente in ‘casa altrui’ e, per quanto riguarda le milanesi, ci è riuscito ormai da anni.

Discorso differente per la Juventus, che vive una nuova primavera societaria. Per battere i bianconeri è necessaria una sola arma, appurata la presenza del gioco, la testa. Loro hanno calma, capacità riflessiva e solidità di gruppo e ambiente. Noi ci fermiamo al gioco, con dissidi di piazza, polemiche costanti contro giocatori, tecnico e presidente e soprattutto ci cibiamo di un nervosismo dilagante, che pervade tutto.

Le grida virtuali o reali che Napoli sta facendo sentire, sono un chiaro segno d’addio al sogno scudetto. Ciò vuol dire rischiare il secondo posto ma soprattutto sprecare eventualmente un passo falso dei bianconeri. Basta urla, proclami e attacchi. Il calcio è un gioco di testa prima che di gambe.

di Luca Incoronato (@_n3ssuno_)

Luca Incoronato

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Luca Incoronato

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