Higuain come Cavani, anzi di più. Finalmente il Pipita supera il Matador nei cuori azzurri

Higuain festeggia sotto la curva. Napoli-Genoa
Higuain ©Getty Images

Il 2016 è stato etichettato da più parti come l’anno dei grandi supereroi. L’anno degli scontri tra i grandi supereroi, piuttosto, visto che al cinema da qualche giorno si proietta “Batman contro Superman” e che da qui ad un mese torneremo nelle sale per goderci le guerre civili dell’universo Marvel che contrappongono il multimiliardario Iron Man a Que l simbolo made in USA che è Capitan America.
Scontri e contrapposizioni, paragoni spesso che fanno propendere da una parte o dall’altra. Nei fumetti, nelle sale cinematografiche, ma anche in campo, dove è sempre accaduto e per sempre accadrà. Paragoni su paragoni in ogni tipo di ambiente ed argomento calcistico, che anche a Napoli, come nel resto del mondo, non possono di certo mancare. Si paragonano miti del passato a beniamini moderni, le squadre che furono con quelle che sono, i calciatori che neanche tanti anni fa hanno vestito la maglia azzurra e quelli che invece la indossano oggi, ogni domenica, acclamati dal San Paolo domenica per domenica.
Sin dal suo arrivo a Napoli, Gonzalo Higuain ha dovuto ‘subire’ il raffronto con chi gli aveva fatto posto andandosene a Parigi dopo tre anni sotto il Vesuvio. Gonzalo come Edi, l’uruguaiano senza cuore che aveva lasciato Napoli quasi di sottecchi, tradendo i cuori azzurri.

<h2> UN MATADOR DA DIMENTICARE </h2>

Quello che Cavani aveva fatto ai tifosi azzurri era facile da intuire; 104 gol da incorniciare in sole tre stagioni. Notti indimenticabili in Champions, una Coppa Italia da protagonista per riportare il Napoli ad alti livelli nel panorama calcistico nazionale ad internazionale. La squadra era tutta per lui, un giovane arrivato da Palermo senza la nomea del grande attaccante e che sul golfo di Napoli s’era costruito le fortune migliori. I tradimenti, però, i napoletani non sanno accettarli. Ecco perché quando il Paris Saint Germain s’è presentato a Napoli con oltre 60 milioni di euro nel portafoglio e non ha risposto picche, il dolore che ha assalito la tifoseria napoletana aleggiava per la città. Chi avrebbe saputo fare tanto in così poco, chi avrebbe scelto di indossare la maglia del Napoli, chi ci avrebbe restituito quelle notti Champions da far rabbrividire un intero popolo?

<3> FINALMENTE PIPITA </h3>

Non ha dovuto aspettare tre anni, Higuain, per prendersi spazio nell’anima dei napoletani. Sin dal primo giorno, arrivato come salvatore della patria, non ha fatto rimpiangere chi lo precedeva. Eppure spesso, nei momenti di magra, la parte peggiore della critica calcistica nazionale s’è interrogata sul vero valore del Pipita. Uno che, anche quando non lo si evidenzia, in campo lascia sempre tutto, il massimo, e che in termini di gol non ha di certo dovuto attendere per farsi notare.
Furono 24 i gol con la maglia azzurra in tutte le competizioni al primo anno sotto il Vesuvio, bottino ampliato lo scorso anno, visto che tra preliminare Champions, Europa League, Coppa Italia e Campionato l’argentino ne ha messi insieme 29. Gli stessi 29 che quest’anno recita il suo tabellino solo relativo alle reti in campionato, anzi in ancora 30 gare di Serie A, con altre 8 da giocare da protagonista. E se ci mettiamo anche le due reti europee, il bottino del Pipita sale a 31. Un numero pazzesco.
I record stracciati nel suo anno migliore tra River, Real e, appunto, Napoli, lo inseriscono definitivamente nel gotha degli attaccanti azzurri, un po’ più giù di Careca – che a Napoli ha però portato uno scudetto -, ma già più su del Matador.
Per scavalcare la punta brasiliana che fu partner d’attacco di Maradona gli manca solo una cosa: il tricolore. La Juve è già avvertita.

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

 

 

 

 

 

 

 

 

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