KICKOFF – Conte e quel garage d’Italia

KICKOFF-finale

Un garage, ecco come definisce la Nazionale italiana il ct Antonio Conte. Si è sentito frenato da quest’avventura che nessuno lo aveva costretto a intraprendere. Ben pagata e in grado di dargli il tempo di preparare il salto nel calcio europeo, tentando il test della Premier League dopo aver studiato con tutta calma un po’ d’inglese per presentarsi al meglio alle porte del Chelsea.

Un periodo tutt’altro che positivo il suo alla guida degli azzurri. Ha annunciato rivoluzioni impossibili da portare a termine nel
breve periodo, fronteggiando i club come se fossero il nemico, quando mesi prima era dall’altra parte della barricata, esprimendo gli stessi concetti che i tecnici odierni in serie A gli hanno sbattuto in faccia.

Più tempo per la Nazionale, senza alcuna garanzia per i club, che sono gli unici a rischiare in questo gioco. A questo aggiungiamo l’inesistenza del gioco del suo gruppo, la mancanza di chiare idee in termini di convocazioni da centrocampo in su, le ritardate chiamate di alcuni giocatori come Jorginho, tentanto per la prima volta soltanto ora, dopo una stagione esaltante. Ha un bel caratterino Conte e questo ha reso difficili molti rapporti. Insigne e Berardi ne sanno qualcosa, per non parlare di chi ha la sfortuna di giocare all’estero.

La tv del ct ha ricezione esclusivamente italiana, il che impedisce di prendere in considerazione chiunque non si esprima in serie A o vi faccia ritorno. Tante le incognite sul prossimo Europeo, nonostante Tavecchio provi a esprimere serenità. L’Italia non è pronta a questa prova e si presenterà a questo fondamentale test come un gruppo disunito, eccezion fatta per la difesa della Juventus, che agirà sulle ali delle giocate dei singoli e, dopo gli ultimi due Mondiali disastrosi, probabilmente gioirà come se fosse giunta in finale, soltanto per aver superare la prima fase del torneo.

di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

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