Il Napoli vince. A fatica, ma vince, contro un Genoa corsaro e temerario. Rincon manda al Bar il disattento Koulibaly, autore forse della sua peggior partita stagionale, e sblocca il risultato. Nel secondo tempo il leitmotiv della gara non cambia: gli azzurri cercano gli spazi giusti, il Grifone prova a picchiare il raddoppio. Invece arriva il pareggio, e non c’è bisogno di citare il marcatore. A 10′ dal termine, si concretizza anche la rimonta; e anche in questo caso, non è così utile riportare il nome di chi l’ha firmato. E’ nostro dovere, invece, parlare di chi ha arrotondato il tabellino, con un gol apparentemente inutile ai fini del risultato.
Apparentemente, sì. Perché il 3-1 di Omar El Kaddouri è una rete attesa da tempo, importante per molti aspetti. Con quello di ieri, l’ex Torino ha siglato la sua 3a realizzazione stagionale, la prima di questo campionato di Serie A, dopo aver segnato in Europa League prima (contro il Midtjylland all’andata) e in Coppa Italia poi (contro l’Hellas Verona). Un gol per competizione, dunque. Entrato in campo a recupero già iniziato, forse solo per regalare la standing-ovation a Gonzalo Higuaìn, El Kaddouri è stato comunque in grado di rubare la scena; ha giocato appena 2′, ma lo ha fatto con voglia, intensità e concretezza, che lo hanno portato a mettere la palla in rete alla prima buona occasione.
Non è stata una stagione facile per lui, comunque. Dopo i due anni di prestito al Torino, aveva deciso di restare in azzurro per giocarsi le sue carte. Le chance non sono state molte, anche a causa di equivoci tattici che non gli hanno permesso di mettere nelle gambe un minimo di continuità. Maurizio Sarri gli ha cambiato tre ruoli: trequartista, ala sinistra, poi ala destra. Nonostante lui sia un centrocampista puro, ha comunque accettato di buon grado le scelte dell’allenatore, sia sulle posizioni che sull’impiego.
Mai una parola di troppo, né fuori luogo. Apprezzato da tutti per impegno e abnegazione. Simbolo di una squadra meravigliosamente operaia; consapevole che, per coltivare e inseguire un sogno, c’è bisogno di lavoro, sacrificio e anche tanta ma tanta pazienza. Il sogno di El Kaddouri si chiama Napoli, e merita assolutamente di viverlo. Fino in fondo.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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