NAPOLI – Dal salottino di Maria de Filippi a quello del San Paolo il passo è breve. Si, lo sappiamo che l’ospitata del sabato sera era in realtà in differita, ma ci piace pensare che quella consecutio spazio temporale che tanto ci aggrada abbia portato agli occhi dell’Italia l’Higuain uomo e poi quello fuoriclasse. Due facce di una stessa medaglia che non possono dividersi.
È fatto così il Pipita; riservato, quasi scostante fuori dal campo, animale da combattimento quando indossa maglietta e pantaloncini. Il catino di Fuorigrotta è la sua arena preferita, il suo spazio migliore, quello dove mostrarsi con le qualità che la Natura e il Dio Pallone gli hanno dato. Uno spazio in cui sa caricarsi sulle spalle un’intera squadra e stracciare i record arrivati prima di lui.
PARTENZA HANDICAP – Per ritrovare il sorriso, il Napoli ha bisogno ancora di lui. Come spesso accade ultimamente, infatti, gli azzurri beccano gol alla prima occasione; stavolta è Rincon a battere Reina con un bolide da lontano e dopo una mezza dormita del reparto di chiusura azzurro. Troppa libertà a centrocampo, troppo leggero Koulibaly in contrasto e il calciatore del Genoa spara verso Reina senza che lo spagnolo sappia arrivarci. Tutte le polemiche per quanto visto nel pomeriggio nel derby della Mole spariscono in un attimo dietro le paure dei tifosi azzurri che hanno davanti un Napoli voglioso ma incapace di giocare come sa.
Il Genoa, invece, lontano da pensieri di classifica, gioca a testa sgombra, sa come pressare e riparte spesso in contropiede; e Perin tra i pali non ne fa passare mezza, superando si quando la squadra di casa arriva dalle sue parti.
RIMONTA PIPITA – Per cambiare il volto al match, però, basta un episodio. Anzi, due. Entrambi a cavallo tra il minuto 51 e 53 del match. Prima Higuain sigla il pari con un gran bel tocco di destro, poi ancora l’argentino sciupa la doppietta dopo appena pochi secondi gettando lo sconforto sul San Paolo. È il segnale che qualcosa può cambiare e Sarri dalla panchina sa che è il momento giusto per rischiare il tutto per tutto. Con gli ingressi di Mertens e Gabbiadini è un Napoli a trazione volutamente offensiva, e gli azzurri sono anche fortunati perché per due volte Cerci sbaglia davanti a Reina il potenziale raddoppio genoano. Alla faccia del gemellaggio.
Il Napoli deve sudarsi la vittoria fino alla fine, o almeno fino all’81°, quando Higuain si inventa la giocata di giornata e spara una traiettoria cosmica alle spalle dell’incolpevole Perin.
È il 2-1, che in realtà sarà ampliato dal terzo gol di El Kaddouri in pieno recupero, ma nessuno lo noterà; i titoli di coda arrivano quando il Pipita lascia il terreno di gioco tra i ruggiti del San Paolo.
La Juventus ha alle spalle ancora una squadra viva ed un fuoriclasse, autore di 29 gol in 30 partite disputate. C’è posta per tre, dunque: per chi a Napoli ancora non crede nelle qualità di questa squadra, per i bianconeri che hanno ancora il fiato sul collo, ma pure per la Roma che è ora distante 7 punti.
Oltre le polemiche e gli errori arbitrali, sarà lotta vera fino all’ultimo centimetro di questo campionato.
a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
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