De Santis: “Orsato mi piace più di Rizzoli! Campionato appassionante grazie al Napoli”

Massimo De Santis ©Getty Images
Massimo De Santis ©Getty Images

 

Massimo De Santis analizza la stagione attuale degli arbitri italiani. Tra moviola in campo e prestazioni dei singoli, svariati sono i temi affrontati. L’ex arbitro coinvolto nello scandalo ‘Calciopoli’, si è così espresso: “Per fortuna questo campionato ci sta appassionando grazie alla presenza del Napoli – dice a ‘Radio Crc’ – Se faccio un’analisi tecnica, Rizzoli ritengo sia un buon arbitro che però ha avuto più gratificazioni anche grazie all’uscita di Paparesta che ritengo sia stato un buon direttore di gara. Orsato mi piace molto di più, soprattutto sotto l’aspetto della personalità e del carattere“.

TECONOLOGIA – Il Calcio è lo sport più amato al Mondo ma tra quelli che usano di meno l’aiuto della tecnologia: spesso, un’azione di gioco dubbiosa viene risolta dalle immagini che guardano milioni di persone tranne gli unici 6 che devono decidere. De Santis commenta: “Gli arbitri di porta credo sia stata un’innovazione fallimentare, ma sono sempre stato propenso e forse anche per questo sono stato coinvolto con calciopoli al colloquio in campo. Sono dell’idea che l’arbitro debba essere aiutato e avere un rapporto cordiale con i giocatori poteva aiutare in campo e mi è successo, lo riscontravo. Ad oggi, l’arbitro non può essere al di fuori di tutto, deve poter essere libero di andare in tv e dire “ho sbagliato” se in campo ha commesso qualche errore anche perché poi gli stessi vertici arbitrali, oggi come allora, difendono gli errori. Orsato lascia giocare, ha grande personalità e se lo può permettere mentre Celi a volte lascia passare perché non vede certi falli. La differenza è un’altra: spesso c’è l’idea che più fischi e più hai il controllo della partita e un arbitro internazionale non dovrebbe farlo“.

RIMPIANTI – Diversi sono gli errori che hanno fatto parte della carriera di De Sanctis. L’ex arbitro spiega: “Quell’errore in Juventus-Parma mi ha segnato per la vita. Feci un errore sull’errore: un arbitro di Roma non poteva arbitrare Juventus-Parma e lo dissi anche al designatore e col senno di poi mi sarei rifiutato. Al 90esimo ho sbagliato dando il calcio d’angolo, ma con l’esperienza acquisita e col senno di poi, nell’indecisione avrei dato rimessa. Con quell’episodio mi sono portato dietro la nomea di juventino anche di fronte all’evidenza e nel 2004-2005, la stagione oggetto del processo, se la Juventus perde il campionato è perché con me perdeva sempre. I Mondiali rappresentano un rimpianto, è una ferita ancora aperta perché si trattava del momento più alto per la carriera di un arbitro di calcio“.

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