La continuità del Napoli è stata messa in discussione nonché la sua tenuta fisica eppure Maurizio Sarri aveva consigliato di non diffidare del suo gruppo. Nel corso del mese di febbraio passando da Torino fino a fare tappa in Spagna, andando incontro al Villarreal, gli azzurri non sono riusciti a mettere in fila risultati negativi, assommando due sconfitte e tre pareggi, vale a dire tre punti quando in palio ve ne erano ben quindici. Ciò che ha generato timore, tuttavia, è stato sopratutto il cambio di rotta in quanto a rendimento, poiché il punto forte del Napoli, ossia l’attacco, non si è espresso al meglio, accumulando soltanto tre reti. Un bilancio completamente in contrasto con gli scenari ai quali la formazione aveva abituato i tifosi ed il panorama sportivo, eppure i numeri, le statistiche hanno continuato a suggerire che l’impronta più marcata fosse quella della malasorte o che dir si voglia, piuttosto che di un calo d’intensità. Indubbiamente la sconfitta allo Juventus Stadium e l’eliminazione dall’Europa League hanno esercitato il proprio influsso sull’umore e la convinzione della squadra, ma nulla che potesse decretare un cambiamento nella natura della squadra ed una modifica nella predisposizione alla partita rispetto a quanto visto dall’arrivo di Sarri. Uno svarione, nulla più, che capita a tutti ed a tutte. Del resto basta guarda alla Juventus di inizio campionato che oggi nessuno esita a definite ‘cannibale’.
La conferma a quanto detto arriva dalla sfida contro il primo Palermo di Walter Novellino. Con un modico uno a zero, che mal rappresenta la performance di personalità del Napoli, gli azzurri hanno messo in cassaforte i tre punti e ribadito di essere in corsa per il massimo dei traguardi. D’altronde se c’è una cosa che non mente quella è la matematica: ben 18 tiri verso lo specchio della porta ed un possesso palla pari al 70%. Il Napoli conduce la partita ed affonda il colpo. L’ombra della malasorte, però, persiste: 70 palloni giocati in area avversaria con l’80% del possesso territoriale ed un fallo su Albiol per procurare il rigore. Insomma, la questione comincia a chiarirsi: forse la dea bendata ha smarrito la direzione, fortuna allora che Gonzalo Higuain e la sua impressionante velocità inquadrino ancora quella giusta.
di Sabrina Uccello (Twitter: @SabriUccello)