Con la vittoria conquistata ieri sera contro il Palermo, il Napoli ha raggiunto quota 64 punti, uno in più rispetto a quanto totalizzato alla fine della scorsa stagione. Sarri meglio di Benitez? Sì, ma solo secondo i numeri. È sempre difficile paragonare stagioni diverse, con problemi e obiettivi del tutto differenti. Impossibile dire che il biennio spagnolo non abbia portato frutti: oltre ai due trofei messi in bacheca, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, la squadra ha conquistato forse la vittoria più importante sotto il punto di vista della mentalità. Oggi non importa chi sia l’avversario, il Napoli gioca il suo calcio contro chiunque, e lo ha fatto anche a Torino, contro gli “imbattibili” bianconeri. Basta mandare un po’ più indietro la macchina del tempo per capire quanto sia cambiata la percezione che il Napoli ha di se.
Ricordando le stagioni passate è difficile non ricordare i troppi approcci di gara sbagliati contro le big, soprattutto in trasferta, troppo preoccupati forse di ottenere anche un solo punto e di evitare una sconfitta. Con Benitez il Napoli ha spostato il mirino un po’ più in là, puntando a vincere attraverso un gioco ben definito, che non fosse palla a Cavani con annessa preghiera. È vero, soprattutto l’ultima stagione “spagnola” è stata un vero e proprio disastro, ma è il prezzo che la piazza e la squadra hanno dovuto pagare per essere stati i protagonisti di una rivoluzione “culturale”.
Andando a vedere nei dettagli il gioco di Sarri, non è altro che un miglioramento di quella mentalità imposta con la forza da Benitez. Il fraseggio corto, le repentine accelerazioni degli attaccanti che strappano applausi, tutte cose già provate, a volte bene, altre male, sotto la gestione Benitez. Oggi il Napoli è certamente più compatto ed equilibrato rispetto a quello della passata stagione, ma si deve dire anche grazie allo “stile” voluto da Benitez, che fuso con il pragmatismo di Sarri ha dato vita quest’anno a una macchina quasi perfetta.
Facendo un paragone, forse un po’ ardito, Benitez per il Napoli è stato un “meccanico” che è riuscito a costruire una gran bella macchina, ma che a un certo punto è andata fuori giri e non c’è stato il tempo di aggiustarla in corsa. Sarri oggi appare come un ingegnere sui generis, che non si fa problemi a sporcarsi le mani e a mettere la tuta da lavoro, e che è riuscito a perfezionare una fuoriserie costruita da una gestione precedente. Ora non servono confronti però, ai tifosi non resta che allacciare le cinture e schiacciare il piede sull’acceleratore dell’entusiasmo, per vedere questo capolavoro di meccanica dove può arrivare.
di Vincenzo Matino (Twitter: @vincenzomatino)
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