Dopo sette anni dall’ultima partita in serie A, Walter Novellino torna a sedersi sulla panchina di una squadra della massima serie. Il nuovo tecnico del Palermo debutterà questa sera contro il Napoli, la squadra che ha allenato nella stagione 1999/2000 quando arrivò l’ultima promozione in serie A prima del fallimento. I gol di Schwoch, la tecnica di Stellone e la regia di Magoni sono ricordi ancora vividi in tanti tifosi azzurri, ma quali sono i cinque giocatori più importanti di quella indimenticabile promozione? Ecco la nostra speciale top 5
Una delle sorprese più liete di quella stagione fu Massimo Oddo, terzino destro cresciuto nelle giovanili del Milan. Dopo un paio di stagioni con Monza e Prato, il giocatore venne acquistato in comproprietà dal Napoli e disputò 36 presenze realizzando anche un gol. La straordinaria annata fu decisiva per la sua carriera, infatti Oddo al termine della stagione venne acquistato dal Verona con cui esordì in serie A. Dopo l’esperienza in terra scaligera fu il turno della Lazio poi Milan e Bayern Monaco ma soprattutto la vittoria dei Mondiali nel 2006. Ritiratosi nel 2012 ora allena il Pescara in serie B e punta alla promozione nella massima serie.
Grandi doti atletiche e discreta tecnica, Oscar Magoni era un tassello irrinunciabile per Walter Novellino. Il centrocampista bergamasco ha vissuto tre stagioni a Napoli con 116 presenze e sei reti all’attivo. Fu uno dei pochi a restare in serie A e vivere l’annata disastrosa dopo la promozione del 2000 e dopo quattro anni appese le scarpette al chiodo per diventare allenatore. Dopo tante esperienze tra Lega Pro e serie D, qualche settimana fa Magoni è stato esonerato dalla Pro Sesto.
Arrivato a gennaio per permettere a Novellino di avere l’esterno necessario per il suo 4-4-2, Antonino Asta disputò 15 partite e realizzò 2 reti contribuendo alla promozione dei partenopei. A fine stagione il Torino risolse la comproprietà a proprio favore per circa 105 milioni di lire ma l’apporto dell’esterno destro non è mai stato dimenticato dai tifosi azzurri. Dopo Torino arrivò la volta di Palermo e poi il ritiro nel 2004 a causa di un brutto infortunio. Nel 2005 intraprendere la carriera da allenatore e questa stagione ha guidato il Lecce fino ad ottobre quando è stato esonerato per gli scarsi risultati ottenuti.
Prima punta moderna, fisico e tecnica al servizio della squadra. Roberto Stellone arrivò a Napoli proprio nella stagione 1999/2000 conquistando la sua seconda promozione consecutiva dopo quella ottenuta con il Lecce. L’attaccante realizzò 10 gol in 36 partite e restò a Napoli fino al 2003 provando a trascinare, da capitano, gli azzurri negli anni più nefasti della storia della società. Chiuse la sua esperienza nel 2003 con il rammarico di non aver riportato il Napoli in massima serie, frenato anche dai tanti infortuni. Nel 2011 ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato e dopo aver guidato la squadra Berretti del Frosinone, nella stagione 2012/2013 è diventato allenatore della prima squadra. Lo scorso 16 maggio è riuscito a conquistare la promozione storica in serie A e ora guida i ciociari verso una difficilissima salvezza.
E’ stato l’indiscutibile trascinatore di quella squadra allenata da Walter Novellino. Stefan Schwoch è sempre stato un attaccante di categoria, capace di realizzare 135 gol e arrivare ad 8 centri dal record assoluto di Giovanni Costanzo. Nella stagione 1999/2000 l’attaccante bolzanino trascinò gli azzurri con 22 gol in 35 partite, record assoluto nella storia del Napoli insieme ad Antonio Vojak, primato poi battuto nella stagione 2010-2011 da Edinson Cavani (che segnerà 26 gol con la maglia azzurra). Quell’annata indimenticabile rappresentò l’unica intera stagione di Schwoch con la maglia del Napoli, infatti l’attaccante venne ceduto a giugno, nonostante la sua opposizione, al Torino. Il legame per la maglia azzurra e per la città hanno segnato la vita di Schwoch che ancora oggi reputa Napoli la sua seconda casa. In un’intervista di qualche mese fa dichiarò: “Ricordo che quando seppi che mi avevano venduto al Napoli non volevo manco dirlo a quella che all’epoca era mia moglie. I mass media, infatti, danno un’immagine distorta della città. Quando poi glielo dissi, lei mi disse: “Io laggiù non ci vado”. La decisione, tuttavia, spettava a me e decisi di andare. Lei e mio figlio si trovarono così bene che quando fui ceduto al Torino mi disse: “Io non torno lassù”. Mi viene in mente il film Benvenuti al Sud, a me è accaduto davvero…”.
di Claudio Cafarelli Follow @claudioc7
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