Al di là di qualche annuncio sporadico, Tarantino non ha ancora chiuso bottega e non sembra intenzionato a farlo tanto in fretta. Giunto all’ottavo progetto, sta già guardando al prossimo, accompagnato nuovamente dal maestro Morricone e, nel caso fosse sfuggito a qualcuno, c’è ancora da risolvere la questione della sposa, con il terzo capitolo di Kill Bill (o come si chiamerà ora che, spoiler alert, Bill è morto).
Torniamo però al’ottava pellicola del caro Quentin, The Hateful Eight, un western tra le nevi dalla doppia anima. Si parte dalle premesse di un giallo alla Agatha Christie, per poi ritrovarsi nel noto e confortante bagno di sangue che ha reso grande il regista di Knoxville. Tutto ruota intorno a una tal Daisy, tipo losco dal volto tumefatto che il buon vecchio Boia Kurt Russel intende a tutti i costi portare al patibolo. Alla loro carrozza si aggiungono due pistoleri disperati, a caccia di un riparo dalla tormenta in arrivo, per poi ritrovarsi tutti da Minnie, in compagnia di quattro tipi loschi e un bel po’ di sorprese spiacevoli.
Seguendo la natura di questa rubrica, proviamo ad osservare il tutto in un’ottica calcistica. In questo scenario il buon vecchio Kurt Russel sarebbe la Juventus, tanto avvezza alla vittoria da girare in carrozza con il suo prezioso scudetto Daisy, vinto per ben quattro anni di fila. Solitamente su per quella strada innevata il Boia non vi ha mai trovato nessuno pronto a salire a bordo. Stavolta però ecco spuntare il buon vecchio L. Jackson e mr. Goggins, che chiameremo per comodità Napoli e Roma. Viene loro concesso di aggiungersi ai passeggeri della carrozza, a patto che lascino perdere ogni desiderio di mettere le mani su Daisy. Il secondo arrivato sembra avere altro per la testa. Ha già un obiettivo da raggiungere e si chiama Champions. Tanto pare bastargli. Napoli e Juventus invece stringono un accordo e fino alla fine saranno legati al destino di Daisy.
Tante però le difficoltà sul cammino dei tre, tutte racchiuse nel vecchio emporio di Minnie dove trovano riparo. Inter, Fiorentina e Milan non renderanno loro la vita facile. A questi si aggiunge un quarto ostacolo, dal nome mutevole. Lo si chiami Torino, Sassuolo, Empoli o come si preferisce. I club distanti dalla vetta ma abili nel gioco potrebbero rappresentare la spiacevole sorpresa pronta a spuntar fuori da una botola nel pavimento e tirare un colpo ‘basso’.
Luca Incoronato (@_n3ssuno_)
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