Napoli, la forza del gruppo e la Sampdoria di Boskov da emulare

Il gruppo del Napoli festeggia (© Getty Images)
Il gruppo del Napoli festeggia (© Getty Images)

Sorrisi, tuffi in compagnia e foto ricordo. Il Napoli si appresta ad affrontare le ultime dieci tappe del campionato con spensieratezza e tranquillità, un gruppo di amici in viaggio, consapevoli che finora hanno vissuto momenti indimenticabili delle loro carriere. Il gruppo fa la differenza, quante volte è stato profetizzato nel calcio, il Borussia Dortmund di Klopp e l’Atletico Madrid di Simeone le ultime espressioni di un mantra che spesso ha permesso di sovvertire i pronostici e ribaltare situazioni più scontate. Remare tutti verso un unico obiettivo, nessun muso lungo, tanta passione e un lavoro che diventa piacevole se accanto hai persone che ti danno fiducia. Basti pensare a Lorenzo Insigne che sabato sera ha spazzato ogni timore calmando il suo compagno Vlad Chiriches incappato in un errore banale ma che poteva costare caro per il proseguimento di quel sogno chiamato scudetto.

NAPOLI COME LA SAMPDORIA DELLO SCUDETTO

Un gesto che rimanda al passato, che scopre una nuova sfumatura di questo Napoli che non smette di inseguire un traguardo che manca ormai da 26 anni. E così davanti al tentativo di impresa degli azzurri, si cercano appigli, sicurezze, dimostrazioni che spesso non è sempre il Golia di turno a vincere, a volte può essere il turno di Davide. Nella storia del calcio italiano c’è un gruppo che si è concesso il lusso di battere le corazzate dell’epoca e vincere sorprendentemente lo scudetto. Era la Sampdoria del grande Vujadin Boskov, amici prima che compagni di squadra, scherzi, goliardia e sorrisi in giro per l’Italia. E quando si scendeva in campo quella forza era più decisiva della tecnica e della tattica e riusciva ad esprimersi al meglio con sincerità e genuinità, capace di ammaliare tutti. Un vortice frenetico che ha permesso di sfiorare anche l’impresa europea, sfumata via per pochi minuti, proprio come capitato a Borussia Dortmund e Atletico Madrid, ad un passo dalla Champions League dopo aver vinto in Patria.

BOSKOV E SARRI, LA GENUINITA’ AL POTERE

Se la Sampdoria viveva sulle ali dell’entusiasmo grazie alla coppia gol Mancini-Vialli, il Napoli può ripetere le imprese dei blucerchiati avendo nel suo impianto un fuoriclasse al massimo della condizione. 26 gol in 28 partite giocate, 10 gol nelle ultime otto trasferte e ora arriva Palermo per continuare a lottare e contendere la Scarpa d’Oro a Cristiano Ronaldo e Luis Suarez. Ma tra quella Samp e il Napoli di oggi c’è soprattutto una vivida simbiosi nel maestro d’orchestra. Boskov sorprese tutti così come Maurizio Sarri. Allenatori schietti, genuini, umili ma capaci di gestire con intelligenza un gruppo di talento, entrambi saggi ma con quel pizzico di furbizia che serve sempre, solidi e forti ed in grado di gestire momenti difficili come dimostrato dal tecnico toscano nelle prime partite stagionali. Al primo anno in una big, Sarri ha saputo accogliere le critiche e trasformarle in applausi da dedicare alla squadra che gioca il miglior calcio in serie A.

Tecnica, capacità e gruppo, anche questo serve per fronteggiare quel carro armato chiamato Juventus, capace di mettere in fila tutti dopo la sconfitta di Sassuolo avvenuta un girone fa. I bianconeri fanno dell’equilibrio e della solidità le proprie armi letali, basti pensare che hanno portato a casa i tre punti in 20 delle 21 volte in cui sono passati in vantaggio. Gestione del gioco, capacità di leggere i momenti cruciali ma soprattutto grande forza mentale, qualità che il Napoli può combattere con i sorrisi di Reina, le dediche in napoletano di Chalobah, i tuffi di Callejon e Allan, le parole da leader di Higuain, l’atteggiamento protettivo di Insigne e la saggezza da professore di Maurizio Sarri. Domenica a Palermo, contro una squadra massacrata dal proprio presidente, l’ennesima prova per dimostrare a tutti che la forza di un gruppo supera ogni discussione di mercato, ogni budget sporporzionato e ogni trattativa di rinnovo.

di Claudio Cafarelli

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