Le vittorie di Roma e Milan negli anticipi del sabato, la pressione di un match fondamentale per un posto Champions ed un esame di maturità per lo scudetto da superare, tutto questo in una serata da vivere a Firenze. Il Napoli deve raddrizzare un febbraio grigio e riaccendere l’entusiasmo della piazza proprio contro la Fiorentina, in una trasferta insidiosa che arriva dopo l’amara eliminazione dall’Europa League di quattro giorni e due settimane da dimenticare tra campionato e Coppa. Infatti la gioia della vittoria manca dal 7 febbraio, quando un rigore di Higuain (ultima segnatura del Pipita) scardinò la difesa coriacea del Carpi, l’ultimo sussulto prima di un periodo negativo che ha portato due pareggi e due sconfitte immeritate per il gioco espresso, poco brillante rispetto al passato ma sempre propositivo. Ed ovviamente a rendere ancora più complicato il momento ecco pronte le critiche post Villarreal, le inutili parole proferite dai procuratori e gli episodi extra campo che rischiano di minare la solidità di un gruppo mai così compatto come quest’anno.
DA 22 GIORNI SENZA VITTORIE
La rapina subita di Insigne, le critiche del procuratore di Koulibaly a società e stadio San Paolo, senza dimenticare le analisi e gli approfondimenti sul rapporto di Gonzalo Higuain con la bilancia. Napoli ed il Napoli non si sono fatti mancare niente subito dopo la sfida contro il Villarreal, un autentico invito ai detrattori e alle rivali per credere ancora al secondo posto e far cadere il prima possibile le ambizioni degli azzurri. Nel momento più complicato della stagione Maurizio Sarri deve gestire la pressione del risultato che manca da 22 giorni in una piazza che non è Empoli e vive, respira e si nutre di calcio in maniera spesso sconsiderata e inappropriata. Questa volta tutto è partito dall’autogol del presidente Aurelio De Laurentiis che si è lasciato sfuggire un appunto sul peso di Gonzalo Higuain, un chilo e mezzo di troppo che dovrebbe essere la causa del suo leggero calo di forma, praticamente da extraterrestre a giocatore normale visti i numeri stagionali. Media scatenati, rinnovo mancato ed ecco le voci di mercato sul Pipita. Poi ecco la rapina ad Insigne in pieno centro, il “disagio sociale” (cit. Ravezzani) e giocatori che non riescono a vivere in una città come Napoli, per finire spuntano anche le parole di Bruno Satin, procuratore di Koulibaly, pronto a mettere sul piatto anche le mancanze strutturali della società pur di strappare un ricco rinnovo per il suo assistito. Nel frattempo Roma e Milan continuano spedite la loro marcia mostrando a tutti di saper compattare l’ambiente e poter rimettere in sesto una stagione nata storta, mentre il Napoli si accartoccia su se stessa e si ritrova sul banco degli imputati dopo cinque mesi da favola. Per cancellare tutto ciò c’è bisogno di carattere e personalità, a Firenze c’è l’obbligo chiaro di tornare alla vittoria partendo dalla difesa.
DIFESA E ATTACCO, I NUMERI PARLANO CHIARO
La solidità difensiva e i numeri messi in mostra dal reparto arretrato nella prima parte di stagione sono quasi un ricordo per Maurizio Sarri. Nel 2016 la difesa azzurra ha incassato 12 gol in 12 partite, segno di un evidente problema di equilibrio nel 4-3-3 che tanto aveva impressionato fino a dicembre e che probabilmente risente del leggero appannamento di Allan, l’unico in grado di fare da schermo dinamico al centrocampo azzurro. Ma non basta, nonostante sia senza ombra di dubbio il reparto più completo della squadra, anche l’attacco azzurro fa fatica specialmente in questo momento. Gli azzurri hanno effettuato cinque tiri nello specchio in totale nelle ultime due partite mentre in precedenza viaggiavano a una media di 6.2 a gara. Sfortuna? Poca brillantezza? Leggero calo di forma? I numeri parlano chiaro e la modalità pilota automatico è stata disattivata sul più bello, ora non resta che lavorare e ritrovare lo spirito mostrato fino a gennaio, sempre con la solita convinzione di gioco come fatto anche in questo grigio ultimo mese. Testa al campionato e concentrazione massima, per il Napoli è arrivato il momento di riprendere la marcia.
di Claudio Cafarelli Follow @claudioc7