a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Doveva essere la notte giusta per ripartire, è stata quella del record in negativo. Sì perché due sconfitte di fila il Napoli di Sarri quest’anno non le aveva mai fatte e adesso deve invece registrarle e fare spazio al tempo e al lavoro per prepararsi al meglio a ciò che sarà.
Davanti agli azzurri una settimana non decisiva, ma fondamentale per il prosieguo della stagione: il Milan arriva al San Paolo lunedì, giovedì il ritorno con gli spagnoli sempre a Fuorigrotta, poi la trasferta di Firenze per tenere Sousa e i V iola lontani dal secondo posto.
ARMA SAN PAOLO – Quanto significherà la sconfitta di ieri sera nella testa di questo Napoli? Ce lo dirà il campo, ma come per Torino anche a Villarreal il Napoli registra lo stesso copione: incapaci di creare vere e proprie azioni da gol – stavolta per motivi diversi rispetto alla gara contro la Juve -, gli azzurri hanno poi dovuto incassare il gol decisivo negli ultimi minuti. Era stato Zaza qualche giorno fa, stavolta tocca a Suarez, con Reina che potrebbe di più ma non può nulla. I guantoni si piegano e gli spagnoli passano in vantaggio, un risultato importante in vista del ritorno, ma di certo non già decisivo. “Sarà fondamentale il San Paolo al ritorno” ha già detto Sarri nel post-gara, ma sarà ancor più importante, forse, avere a disposizione una squadra al completo, che non pensi al turnover prima ancora che alla prestazione e che non faccia male le cose che ha già dimostrato di saper fare.
Sarri si è presentato al Madrigal con una squadra ampiamente alternativa, ricca di panchinari (i 6/11 della formazione titolare) e di giocatori che cercano dall’Europa risposte che sembrano non voler arrivare. Manolo Gabbiadini è parso ancora una volta un pesce fuor d’acqua, un gran talento che non è al posto giusto né al momento giusto. Mirko Valdifiori s’è fatto notare per un assist a Callejon e poco più, nell’arco di 90 minuti assolutamente anonimi. A colpire in positivo, invece, la verve di uno Strinic che a questo punto impensierisce Ghoulam.
Ma quanto basterà questo per far sì che il Napoli possa essere competitivo tra campionato e coppa?
QUESTIONE DI PRIORITÀ – Che il mercato di gennaio non abbia dato alcun aiuto alla rosa messa a disposizione di Sarri, lo si poteva anche intuire. Due acquisti, Grassi e Regini, che al Napoli, almeno per quest’anno, potranno dare poco nell’immediato. Anche per colpe non loro. Sarri ripropone il 4-3-3 anche in assenza di Higuain, convinto che Gabbiadini possa supportare quella posizione. Mertens e Callejon sono imprecisi, mentre dall’altra parte si nota il doppio volto del Villarreal: sornione nel primo tempo, intraprendente nella ripresa.
Il gol capolavoro di Suarez a meno di dieci minuti dal termine complica le cose, ma di certo non rompe il sogno napoletano degli ottavi; al San Paolo, però, servirà ben altro Napoli di quello visto ieri sera in Spagna. Il turnover non è più un’arma utilizzabile a questi livelli e con la qualità della rosa azzurra. Il tour de force sarà continuo da qui alla fine della stagione, a meno che non si voglia puntare forte su uno dei due impegni.
E a questo punto tutto farebbe pensare che la doppia sfida a Milan e Fiorentina possa valere ancor di più di quanto accadrà nel prossimo appuntamento infrasettimanale.
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