Paragonata a Real Madrid-Barcellona, la sfida tra Juventus e Napoli è stata alquanto deludente. Si fa riferimento al gioco espresso in campo, con le due compagini che, soprattutto nel secondo tempo, hanno dato l’impressione di riflettere sulla bontà, tutto sommato, di un pareggio, rimandando il discorso allungo o sorpasso ai prossimi match con altre squadre.
Allegri temeva la forza del Napoli negli ampi spazi, e così ha redarguito il proprio gruppo, facendo di ogni giocatore un difensore. Attaccanti addetti al disturbo della cabina di regia e centrocampisti a ridosso della difesa. Compito fondamentale quest’ultimo, dal momento che i difensori erano quasi tutti presi dalla marcatura a Higuain.
Pipita al centro delle attenzioni bianconere dunque e proprio per questo il Napoli avrebbe dovuto costringere i difensori di Allegri ad allargarsi, provando a coprire sugli affondi di Insigne e gli scatti in profondità, alle spalle della linea, di Callejon. Questo però è mancato, come in fondo sono mancati quelli che ormai reputiamo i normali movimenti dell’attacco di Sarri. Eppure nel primo tempo s’era visto altro. Difesa azzurra a centrocampo in fase di possesso, pressing alto fin nell’area della Juventus e rapido recupero palla di Allan e Hamsik.
Fosse arrivata una rete nei primi 45′, avremmo visto un’altra gara, ma così non è stato. Nella ripresa l’aggressività azzurra non si è tramutata in quella follia, in quella faccia tosta annunciata da Sarri per descrivere la sua squadra, che ha temuto di subire un tiro mancino, qualora si fosse impelagata fino al termine del match in una battaglia di logoramento, tentando di assediare il fortino juventino.
Allo scadere però il colpo è arrivato lo stesso, con Zaza, ma soprattutto con uno sfortunato Albiol. Era una gara ormai terminata. Lo pensavano i tifosi, ma non avrebbero dovuto farlo gli azzurri. Un punto di vantaggio e tante gare ancora da disputare fino al termine della stagione. Nulla è compromesso ma ora è tempo di mostrare il carattere necessario a mantenere tale distanza.
di Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)