Un vero peccato. Il Napoli si gioca la partita a viso aperto per larghi tratti, nel primo tempo sembra possa addirittura andare avanti in quella che è praticamente una partita a scacchi. Poi serve l’episodio, serve il guizzo del campione che entra fresco dalla panchina contro una squadra alla canna del gas, anche perché alle spalle dei titolari juventini ci sono Zaza e Alex Sandro e dietro Zaza e Alex Sandro ce ne sono altri ancora. Il gap sta tutto lì e – spiace dirlo, ma è così – a gennaio si poteva accorciare, se non colmare del tutto. Sul piano del gioco nulla quaestio, gli azzurri non hanno brillato ma forse non potevano e non dovevano brillare stasera. Resta negli occhi una partita che serve al Napoli per avere una conferma importante: questa squadra gioca bene, ha personalità e può combattere a viso aperto contro qualsiasi avversaria. E sì, possiamo dirlo: se tutto va bene può giocarsi lo scudetto fino alla fine. Toccate pure ferro, ma è la verità, nient’altro che la verità. Conteranno gli episodi, proprio come quello che ha deciso tutto stasera.
REINA 6 – In una partita dai pochissimi tiri in porta Pepe si limita ai soliti urlacci, uscendo a braccia alzate quando il pallone gravita dalle sue parti. Beffato dalla deviazione di Albiol sul missile di Zaza, lui era piazzato bene.
HYSAJ 6 – Cuadrado? Morata? Evra? Non importa, chiunque passi da quella parte lo annulla con cattiveria agonistica bestiale. In sovrapposizione è sempre lì, a dare una mano a Callejon. Sono inseparabili, infatti insieme condividono anche l’errore su Alex Sandro che dà il via all’azione-gol della Juve.
ALBIOL 6 – Granitico, solido e perfettamente coordinato con il compagno di reparto. Per un campione del mondo come lui una partita del genere è ordinaria amministrazione, difatti così la gestisce. Chiude come può su Zaza sul tiro-gol, ma non basta.
KOULIBALY 6 – Carpi o Juventus? Frosinone o Real Madrid? Non importa, il muro d’ebano affronta ogni partita con la stessa sicurezza, con l’impressionante solidità espressa negli ultimi sei mesi e quella tranquillità serafica, sia in anticipo che in chiusura. Un solo errore, l’uscita con un pizzico di ritardo su Zaza, ma è un errore che pesa tantissimo.
GHOULAM 6 – Con Cuadrado è una battaglia tosta, il colombiano nel primo tempo è il più in palla dei suoi. Resta concentratissimo e guardingo, non affonda molto ma riesce bene a far la guardia sul temibile esterno juventino.
ALLAN 6,5 – Pogba lo sovrasta sul piano fisico, lui accetta la sfida e i due si marcano strettissimi a vicenda, seguendosi per tutto il campo. A un certo punto sembra quasi soccombere, ma si riprende alla grande ed esce vincitore da più di uno scontro. Lascia il campo stremato dopo il vantaggio Juve, in realtà doveva uscire da buoni 20 minuti visto che aveva dato tutto. Ma per far entrare chi, Don Aurelio? (Dall’89’ GABBIADINI sv)
JORGINHO 6 – Straordinario nella lettura del gioco ma anche delle giocate avversarie, va spesso in anticipo sull’uomo e poi imposta con sicurezza, seppur non sempre pulitissimo. Cala alla distanza, spende tantissimo.
HAMSIK 5 – Parte benissimo con una verticalizzazione da urlo per Insigne, poi tira un po’ i remi in barca e inizia pure a sbagliare qualche passaggio di troppo. Uno dei suoi ‘difetti’ è proprio la tendenza a defilarsi un po’ in partite come queste. Deve darsi una scossa, in questo girone di ritorno ce ne saranno parecchie e c’è un gran bisogno di lui.
CALLEJON 6 – Calciatori come Josè in queste partite sono fondamentali. Lì a destra ci sono Evra, Pogba e Morata, Calleti svolge con diligenza il suo ruolo di guardia del corpo di Hysaj, perdendo qualcosa in affondo. Con l’albanese si ostacola sulla ripartenza bianconera, lasciandosi schiacciare da Alex Sandro.
HIGUAIN 5,5 – Contro Bonucci c’è poco da fare, il duello è senza esclusione di colpi e lo vede spesso in difficoltà. Qualche tocco sul velluto e poco altro, nonostante un senso dell’inserimento in grado di mettere i brividi alla difesa avversaria. Molti più spazi con Rugani, ma non trova il guizzo vincente.
INSIGNE 5,5 – Chiuso alla grande, con pochi spiragli e poche occasioni per pungere, nel momento di massima pressione della Juve finisce a fare praticamente il centrocampista aggiunto, dando almeno una mano al centrocampo. Anche perché lì davanti la sua ‘mancanza’ si fa sentire. (Dal 76′ MERTENS 5 – Un quarto d’ora che lascia parecchio a desiderare, un paio di palloni sanguinosi persi, uno su tutti perso malissimo, che vale la ripartenza-gol, e apporto inesistente alla manovra. Poteva e doveva entrare meglio).
ALL. SARRI 6 – Il suo Napoli viene allo Stadium a giocarsi la partita, senza esagerare ovviamente ma comunque con grande personalità. In più di un’occasione sembra addirittura si possa passare in vantaggio ma “aprire” questa Juve è una vera e propria impresa. Negli ultimi 20 minuti sembra evidente che gli azzurri si accontentino, soprattutto per una questione fisica visto che alcuni sembrano davvero spremuti. Paga forse il cambio tardivo di Allan e l’ingresso molle di Mertens, forse paga un po’ di inesperienza, lui come i suoi ragazzi. Ma che vuoi dirgli? Una bacchettata, ma sostanzialmente solo applausi per l’unica squadra che è riuscita a giocarsela allo Stadium contro questa Juve.
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