Se si parla di Juventus e Napoli, è impossibile non citare un folto schieramento di tifosi, sponda partenopea, che sostengono i colori bianconeri. Un fenomeno inesistente a Torino (dove i tifosi azzurri sono meridionali), scaturito in Campania soprattutto dagli anni di incertezza societaria azzurra. Oggi i bambini sognano la maglia di Higuain, Hamsik e Insigne, ma per anni a Napoli si sono visti aspiranti giocatori indossare casacche a strisce, fossero di Juventus, Milan o Inter.
L’edizione odierna de ‘La Gazzetta dello Sport’ ha voluto dare voce proprio a questa frangia di tifosi, recandosi in particolare presso il club Juventus di Cercola: “Oggi è più difficile tifare Juventus a Napoli. Non è come dieci anni fa, quando gli azzurri giocavano nell’allora serie C. Oggi serve circospezione, col Napoli che gioca per lo scudetto. Il giorno della gara il club resterà chiuso, anche se una rappresentanza del club, che conta 700 iscritti, sarà allo Juventus Stadium. E’ una scelta di prudenza, non di scaramanzia. Soprattutto ora che si ascoltano tanti cori razzisti, in molti ci accusano di rinnegare la nostra città. Il nostro pensiero è chiaro, avendo il Vesuvio sullo stemma del club. Non c’è nessun aspetto sociologico. Si può tifare Juventus, senza sentirsi dei traditori”.
L.I.
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