Sono ormai noti a tutti i fatti andati in scena ieri sera, al termine di Napoli–Inter e soprattutto nel post-partita. Accuse di razzismo, scuse private e pubbliche non gradite e tante ma tante parole a vuoto. Maurizio Sarri ha sbagliato, sicuramente, ma buona parte di quello che si è detto nelle ultime ore è davvero esagerato. Sì, il tecnico azzurro in questi termini si era espresso già qualche tempo fa, quando ancora allenava l’Empoli. Ma sono cose di campo, e in quanto tali lì devono rimanere.
Roberto Mancini, invece, non ha avuto la forza di parlare della partita perché troppo turbato da questi insulti, da lui giudicati vergognosi e inaccettabili. L’allenatore dell’Inter, però, sembra soffrire di memoria abbastanza corta. A parte i cori beceri e razzisti contro i napoletani considerati semplici sfottò, Mancini ha un altro precedente che testimonia tutta la sua incoerenza.
L’ex allenatore di Manchester City e Galatasaray aveva così commentato l’insulto altamente razzista che Sinisa Mihajlovic, allora ancora calciatore, aveva rivolto a Patrick Vieira in un vecchio Lazio-Arsenal: “Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti, credo che possano superare le tensioni e finirla. Nel corso di una partita l’ agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L’ importante è che tutto finisca lì“. Insomma, idee tutt’altro che chiare per Mancini.
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