In fondo è un po’ come le storie più belle. Sembra sempre che il cattivo di turno debba avere la meglio pur senza meritarlo poi alla fine tutto va al proprio posto e i buoni trionfano spazzando via ogni nube. Il girone d’andata del Napoli trova il suo coronamento perfetto nella strepitosa vittoria del ‘Matusa’, che regala agli azzurri il primato e il simbolico titolo di campione d’inverno, prima volta dal 1990. Il bello è che chiunque giochi ormai dà garanzie, ad esempio oggi Mertens e Strinic sono fra i migliori, per non parlare di cyborg Manolo Gabbiadini. Tutto gira alla perfezione, il primo episodio della saga si chiude nel migliore dei modi. Non vediamo l’ora di assistere al secondo: ci saranno altre complicazioni, altre streghe cattive, altri momenti-no. E’ importante assistere buoni buoni al film aspettando per vedere come finisce, senza lasciarsi prendere dal panico e senza neanche alzarsi per fare la pipì. Prendete posto, spegnete i cellulari e silenzio assoluto: il primo film è appena finito, è vero, ma la sensazione è che lo spettacolo sia appena cominciato.
REINA 6,5 – Cinque a uno significa inoperosità quasi assoluta anche oggi, se eccettuiamo l’estemporaneo gol dei gialli di casa. Ma tanto Reina la maglia la suda lo stesso. Basterebbe anche solo il modo in cui salta come un grillo per tutta l’area di rigore dopo ogni gol. Moltiplicate per cinque e smaltite pure li cenone di Capodanno. Il Pepe della vita.
HYSAJ 7 – La catena di Elseid con Callejon è ormai un Frecciarossa top class, dove Josè è la locomotiva ma il giovane albanese è un vagone di business class che settimana dopo settimana si arricchisce di una nuova offerta. Una sicurezza.
ALBIOL 7,5 – Non ci voleva certo il gol per certificare la ripresa sensazionale di questo centralone spagnolo, elemento di respiro internazionale che ha solo attraversato un momento un po’ difficile. Blinda la difesa, anche l’asse di Raul con Koulibaly è ormai garanzia assoluta.
KOULIBALY 7 – Di fronte al KK di questo periodo gli attaccanti ciociari sembrano zanzare che pungono la gomma. Un muro che non abbatterebbe neanche l’ariete Stellone dei bei tempi.
STRINIC 7 – Quest’anno vede il campo a cadenza mensile, ma quando riesce a trovare spazio non delude mai. Tiene bene in fase difensiva, si propone spesso e volentieri in avanti. Fuori posizione sul gol di Sammarco, ma ormai sul 5-0 all’80’ ci sta pure un calo di concentrazione. Se accetta il ruolo di comprimario è una riserva extra-lusso sulla fascia mancina.
ALLAN 7,5 – Parso un po’ appannato a fine 2015, tanto che Sarri gli aveva concesso un turno di riposo mercoledì col Torino. Uno stop che regala al Napoli un Allan nuovamente tirato a lucido, sempre presente in ogni zona del campo e pronto a caricarsi la squadra sulle spalle in ogni momento. Un elemento indispensabile per questa squadra.
JORGINHO 7 – Il pallone che passa sempre dai suoi piedi, i ritmi di gioco che partono sempre dal suo metronomo interiore. Il corner che vale il gol del vantaggio di Albiol, una quantità impressionante di palloni calamitati sui suoi piedi. Se non ci fosse anche Hamsik si potrebbe dire che la squadra gira tutta intorno a lui.
HAMSIK 7,5 – Trecento in A in maglia azzurra, bissato il gol che gli aveva consentito di festeggiare le trecento in A e basta (visto il gettone da ragazzino col Brescia, ndr). In realtà sono tre consecutivi, questo però è il più bello di tutti, un coast to coast che parte da metà campo e finisce in rete senza guardare in faccia a nessuno. La ciliegina sulla torta di una partita giocata con personalità impressoinante, in interdizione come in costruzione. E si sa, quanno spònta la luna a Marekiaro…
CALLEJON 7 – Anche oggi, festival del gol, Calleti non va a bersaglio e si limita (si fa per dire) a fare legna sulla destra. Ma alzi la mano chi ha il coraggio di lamentarsi del lavoro dello spagnolo, che entra nella maggior parte delle azioni offensive ma anche in quelle difensive dei suoi. A proposito di elementi indispensabili… (Dal EL KADDOURI dal 75′)
HIGUAIN 8 – Il Fenomeno nel primo tempo si procura un rigore con una magia su Crivello, invero un po’ ingenuo a metterlo giù. Trasforma con freddezza e scaccia via anche l’incantesimo dei rigori. Poi nel secondo tempo si mette in proprio, dribbla mezza squadra portiere compreso e deposita in rete. La stagione perfetta: ormai gli manca solo di segnare con le mani. (Dal 65′ GABBIADINI 7,5 – C’è chi lo dà col broncio, chi lo dà in procinto di partire, chi lo trova sprecato per fare il panchinaro a Napoli. Lui intanto non dice una parola, si allena in modo esemplare e quando viene chiamato in causa fa capire come la pensa. Il gol di oggi è una perla ‘alla Gabbiadini’, un gioiello balistico da far impallidire Del Piero e compagnia bella. Un lusso assoluto tenerlo fuori, un lusso da grande squadra).
MERTENS 7 – Magari qualche volta eccede in preziosismi e in individualismi, ma quant’è bello veder giocare il folletto belga con le sue intuizioni geniali. Forse giusto Insigne poteva metterne in discussione la titolarità, sarebbe inamovibile in qualsiasi squadra del nostro campionato.
ALL. SARRI 9,5 – Il nuovo anno gli ha inculcato il pallino del turnover, che negli scorsi mesi era stato abbastanza centellinato. Strinic e Mertens non fanno rimpiangere Ghoulam e Insigne, la squadra risponde bene e si va a togliere la soddisfazione del titolo di campione d’inverno, che mancava dalla ‘bacheca’ azzurra da qualcosa come 26 anni. CI voleva un altro ‘sempliciotto’ per riportare Napoli in alto, ci voleva un uomo umile e intelligente che è riuscito a tirare fuori il meglio da tutti, attaccanti e difensori, scarsini e campioni, giovani e vecchi. E con che gioco, con che sicurezza, con che padronanza del campo. Buon compleanno don Maurizio, e grazie di tutto.
di Antonio Papa
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