Dopo svariati anni, il Napoli di Aurelio De Laurentiis chiuderà il bilancio in rosso. Le cause principali sono essenzialmente due: la mancata qualificazione in Champions League e le non plusvalenze da calciomercato (come ad esempio quella di Edinson Cavani). Secondo quanto riportato da Marco Bellinazzo, giornalista de ‘Il Sole 24 Ore’, il fatturato complessivo è calato del 40%, da 237 a 143 milioni. In particolare, i ricavi da stadio sono scesi del 34%, (da 21,5 a 14 milioni). I ricavi da abbonamenti già ridottisi da 5,3 a 4,5 milioni sono destinati a calare anche nel bilancio 2016 visto che per il campionato 2015/16 ne sono stati sottoscritti circa 6mila rispetto agli 8.429 della scorsa annata. Gli introiti dell’area commerciale hanno maturato un -5%.
Per quanto riguarda sponsorizzazioni, royalties e cartellonistica, il Napoli ha incassato 28,2 milioni contro i 30 del 2014, mentre dagli sponsor ufficiali sono arrivati 5,7 milioni (questa dovrebbe essere l’ultima con Acqua Lete). La Macron, invece, sponsor tecnico, ha versato nelle tasche del Napoli 1,5 milioni (1,9 nel 2014). A questi vanni aggiunti i ricavi del licensing pari a 5,2 milioni.
Passiamo ai famosissimi “diritti di immagine”: 328mila euro a fronte dei 2,2 milioni del 2014. I diritti tv, invece, hanno fruttato 77 milioni (dei quali 59 per la Serie A e 12,3 da competizioni Uefa per il cosiddetto market pool. Bonus straordinari: 5 milioni assegnati dalla Uefa per la partecipazione ai tornei europei nel corso della stagione 2013/14.
Se i ricevi sono diminuiti rispetto agli scorsi anni, è anche vero che i costi di produzione sono stati notevolmente tagliati, anche se restano ancora troppo alti: da 203 a 165 milioni di euro. Gli investimenti con Benitez sono stati pari a 99 milioni, mentre con Sarri sono stati di soli 36 milioni. Il costo del personale è sceso del 5%: per salari e stipendi il Napoli spendeva 83 milioni nel 2014. Oggi ne spende 79,7. Si segnala il taglio dei cosiddetti “costi specifici tecnici” (tra cui rientrano quelli per consulenze tecniche e gli osservatori) e soprattutto – va segnato – dei compensi per gli amministratori (che erano stati di 5,5 milioni nel 2014 e sono stati di un milione nel 2015), vale a dire per Aurelio De Laurentiis, i suoi due figli, la moglie e Andrea Chiavelli.
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