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PAQUIPEDIA – L’intervista impossibile a…Igor Protti

 

a cura di Paquito Catanzaro (Twitter: @Pizzaballa81)

Pronto?
– Igor Protti?
– In persona.
– …
– Pronto? C’è ancora?
– Scusi, signor Protti. Sono stato colto dall’emozione.
– Addirittura?
– Sì. Nemmeno immagina quanto sia felice di parlare con lei.
– Felice al punto di non essersi ancora presentato.
– Santo cielo, mi scusi. Lavoro per un portale web e, ogni settimana, realizzo un’intervista a un calciatore che ha giocato o gioca nel Napoli. Qualcuno che abbia una storia da raccontare. E stavolta è toccato a lei.
– La ringrazio per la considerazione. Tuttavia, non credo di essere proprio la persona giusta.
– Perché mai?
– E me lo chiede? Ho giocato nel Napoli in una delle peggiori stagioni della storia di questa squadra. Siamo finiti in serie B e ho segnato appena 4 gol.
– Effettivamente, non è stato proprio esaltante quel campionato.
– Ha girato tutto storto. Eppure a inizio campionato eravamo competitivi eccome. Rossitto era reduce da una esaltante stagione a Perugia. Goretti e Bellucci due ragazzini di belle speranze e io, il bomber esperto pronto a riscattarsi dopo una deludente stagione con la maglia della Lazio.
– La preferirono a Luiso, l’attaccante feticcio di Bortolo Mutti.
– Persona per bene, Mutti. Mi accolse a braccia aperte e pretese da me il massimo. Quella maglia numero 10, poi, fu come il giuramento di un cavaliere in ginocchio davanti alla spada.
– La partenza, tutto sommato, non fu nemmeno malvagia: 4 punti in 3 partite.
– La sconfitta contro la Lazio, ci poteva stare. Ci riscattammo subito, vincendo in casa con l’Empoli, pure grazie a un mio gol. Dalla gara col Vicenza in poi, qualcosa andò storto.
– Il 6-2 contro la Roma. I cinque gol presi dal Bologna e una sfilza di allenatori che si alternavano su quella panchina, neanche avessimo le porte girevoli davanti agli spogliatoi.
– Mutti, Mazzone, Galeone, poi Montefusco. Ne ho saltato qualcuno?
– Credo di no. Almeno spero. In noi cresceva la consapevolezza che quel nome, Società Sportiva Calcio Napoli, di glorioso aveva solo il passato. Il presente stava assumendo i toni grigi della retrocessione.
– Evento che avvenne. A fine campionato, appena 14 punti e un distacco di 12 dalla penultima.
– Cercammo in tutti i modi di salvare per lo meno la faccia. Si cercava di giocare attaccandosi alla dignità.
– Come in quel Juventus – Napoli, finito 2-2?
– Forse la partita più bella della stagione. Loro già campioni, noi con la mente già proiettata al successivo campionato di serie B. Volevamo uscire dal Delle Alpi a testa alta e ci riuscimmo.
– Grazie a una sua prodezza.
– Mi pagavano per fare il centravanti. Ergo, appena ne ebbi la possibilità calciai col sinistro, approfittando di un errore del mio marcatore e della distrazione di Peruzzi. Un bel gol, perché negarlo.
– A fine anno fece la valigia e tornò a vestire un’altra maglia azzurra.
– Celeste.
– Non stia lì a fare il pignolo.
– Al di là della tonalità, c’è una grossa differenza tra la maglia numero 10 della Lazio e la stessa del Napoli.
– Non la sapevo sentimentale, signor Protti.
– Il giusto. E t’assicuro che qualsiasi giocatore si metterebbe in discussione anche solo per raccontare al bar che ha tenuto addosso la stessa maglia di Diego Maradona.
– Igor, è stato davvero un piacere intervistarla.
– Prima di salutarci, me la toglie una curiosità?
– Sarei io quello che fa le domande, ma faccio volentieri un’eccezione.
– Con tanti attaccanti che hanno vestito la maglia del Napoli, lei contatta quello che ha fatto meno gol, che ha giocato nell’anno della retrocessione, è andato via dopo soli dodici mesi, e si emoziona? Mi stava prendendo in giro?
– Al contrario. Sa, sono un nostalgico ed ho ricordato un Igor Protti che, appena due anni prima, con la maglia del Bari che segnò 24 gol e divenne capocannoniere. Quell’anno era il mio numero 10 al fantacalcio e grazie a lei ho vinto il mio campionato. Negli anni successivi impostavo la mia “campagna acquisti” cominciando dal suo nome.
– Si chiama follia.
– No. Si chiama gratitudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

Gennaro Arpaia

Iscritto alla facolta di Giurisprudenza della Federico II Napoli. Giornalista pubblicista iscritto all'albo da giugno 2013.

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