La sconfitta contro il Bologna ha scatenato una discussione generale sul Napoli. Tra chi sembrava attendere un passo falso di Sarri e chi un po’ teme gli azzurri in chiave scudetto, preferendo abbattere le speranze della piazza, tutti hanno sentito il bisogno di analizzare nei dettagli la seconda sconfitta in campionato di questo gruppo, trovando limiti, difetti e campanelli d’allarme.
Tanti gli errori e tanta la sfortuna contro la squadra di Donadoni, che ha preparato bene la sfida ma, con un Napoli più cinico la sfida sarebbe potuta terminare agevolmente 2-0 in favore degli ospiti. Distrazione e un pizzico di superficialità però possono fare grandi danni, e così ci si avvicina alla delicata sfida contro la Roma attraverso analisi e giudizi spesso distruttivi.
Il ‘se’ della settimana però riguarda esclusivamente i tifosi azzurri. Se non si fossero comportati come hanno fatto a Bologna, allora avremmo dovuto realmente preoccuparci. La presenza di massa era ampiamente prevista, dati i risultati degli anni passati ma, dopo continui incitamenti, alla fine, pur passando attraverso uno stupito silenzio, alla squadra sono stati dedicati cori e applausi.
Se tutto ciò fosse venuto meno dopo la prima vera sconfitta dal cambio modulo di Sarri, allora per la piazza azzurra non ci sarebbe stata speranza. I tifosi azzurri sarebbero ormai definibili come banderuole, agitate dal vento di un risultato finale. Il tanto noto calore non sarebbe altro che il risultato diretto di un gol, una vittoria o un trofeo.
Invece in quel di Bologna, tra costanti insulti e qualche doloroso schiaffo sportivo, i rappresentati del popolo azzurro hanno mostrato il proprio volto migliore. Sostegno alla squadra a prescindere dai fatti del campo, risultati di un processo felice innescato dal gioco di Maurizio Sarri che, inconsapevolmente, sta influenzando i propri tifosi, conducendoli lentamente a uno stato precedente, quello in cui all’espressione ‘Al di là del risulato’ credevano tutti, senza ma e senza ‘se’.
Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)