Che faticaccia ragazzi, ce l’abbiamo fatta. Ci pensate che erano 25 anni tondi tondi che il Napoli non si ritrovava da solo lassù, dove più che le aquile osano solo le astronavi? Godiamoci il momento, ovviamente, ma stiamo in campana. L’ultima volta che siamo stati in vetta eravamo alla fine del campionato, non all’inizio, il che fa una differenza spaziale. Come dice bene il sempre arguto mister Sarri, infatti, ad essere in testa a Novembre ‘un si è mai vinto un cazzo. Anzi, conoscendolo scommetteremmo un milione di euro sul fatto che lui lassù avrebbe preferito starci molto più in là. Pazienza, ormai il ‘danno’ è fatto, ora bisogna solo capire come affrontarlo. E’ bello, ma non è facile: si è così vicini al sole che il rischio di bruciarsi è altissimo. Proviamo quindi a smaltire un secondo la sbornia e a ragionare un po’, per capire come affrontare questo momento da capolistI (dalle nostre parti 99 su 100 dicono così) e far sì che duri più a lungo possibile.
QUANTE INSIDIE ALL’ORIZZONTE – Ok, il Napoli oltre a vincere convince che è una bellezza. Se azzardate un piccolo sondaggio in giro per l’Italia non ci sarà una sola persona che vi dirà che Higuain e compagni sono primi senza merito. Si gioca bene, si domina e si fanno anche tanti, tanti punti, segno che finalmente la dittatura sul piano del gioco è diventata anche molto concreta. Siamo in orbita e la luce è accecante, ma proviamo ad intravedere qualche piccolo lato oscuro oltre il sole. In primis l’Europa League, che potrebbe togliere forze importanti. Bisogna chiudere senza ansie la fase a gironi e poi rafforzare la panchina in sede di mercato, da lì non si scappa. Ma soprattutto occhio al calendario: finora tutte le big sono state annichilite, ma non dimentichiamo che sono arrivate praticamente tutte al San Paolo e che al ritorno dovremo far visita un po’ a tutti gli stadi più importanti d’Italia. Torino, Milano, Roma, Firenze. La seconda fase del campionato avrà tante trasferte insidiose dove sarà difficile sfangarla, anche considerando che il Napoli non sarà sicuramente nello stato di forma (e di grazia) attuale. Conviene quindi fare le formiche e portare a casa più punti possibile in questa prima fase. Tre partite a fine 2015, di cui una con la Roma, ovviamente al San Paolo. Vincerle tutte è un imperativo, si deve portare in cascina fieno per l’inverno. Visto il freddo vi sembrerà strano, ma fidatevi: la stagione del gelo polare per gli azzurri non è ancora iniziata.
PAROLA D’ORDINE: STABILITA’ – Per rendervi il senso del concetto basterebbe l’esempio della Roma. Da tre anni a livelli altissimi, basta una sconfitta per iniziare a fasciarsi la testa e due per iniziare a gridare al fallimento, tenendo pronto lo spadone per l’harakiri. Magari basterebbe giusto un minimo di stabilità in più per restare saldi, in fondo attualmente i giallorossi sono terzi in classifica e pienamente in corsa per gli ottavi di Champions. Nessuno si rende conto che forse è proprio questa schizofrenia a minare le certezze dei calciatori e – perché no – anche dell’allenatore. La parola d’ordine in questa fase delicata deve essere equilibrio; quindi non come gli ultimi anni, per intenderci. Passi oggi l’hangover post-Inter, da domani tutti pronti a remare nella stessa direzione. Come se non fossimo in orbita, come se fosse tutto normale ma non come se ci fosse dovuto. Equilibrio, nel bene e nel male. Spalla a spalla, come diceva un simpatico spagnolo qualche mese fa. Senza più ostacoli davanti sembra tutto facile, la galassia è sconfinata e sembra ci sia spazio a sufficienza per guidare senza intoppi. Ma è proprio questo il paradosso: più vuoto c’è davanti e più è difficile tenere ferma la bussola. Un giorno all’improvviso ci innamorammo del primo posto, ma è come con le donne. Conquistarle non è mai semplice, sapersele tenere, se non si è pronti, è addirittura più difficile. E voi, siete pronti o no?
di AntonioPapa (Twitter @antoniopapapapa – ShareSoccer @papalepapale)
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