Il calcio, come la morte, è una livella. Arriva sempre il momento della resa dei conti e, indipendentemente dal come, chi merita sale sulla vetta più alta. Il prossimo lunedì l’Hymalaia sarà il San Paolo: Inter e Napoli si incroceranno sul manto verde di Fuorigrotta per una sfida che scombussolerà gli equilibri della classifica e metterà in chiaro parte delle gerarchie interne al campionato. Di fronte si troveranno due squadre giunte secondo strategie diverse all’apice, la cui superiorità potrà essere stabilita soltanto mettendo appunto una strategia capillare, ed è per questo motivo che a giocarla saranno prima di tutti Roberto Mancini e Maurizio Sarri.
STORIE INCROCIATE – Le traiettorie personali e professionali che hanno portato i due tecnici sulle panchine rispettivamente di Inter e Napoli sono state completamente diverse. Mancini il calcio lo ha giocato da attaccante, al punto di essersi guadagnato l’appellativo di Bobby-gol e lo ha fatto con estrema fantasia, mentre Maurizio Sarri l’ha sempre guardato dagli spalti, soprattutto quelli dei campi rionali; e mentre il Mancio cercava di esprimersi al meglio con la Lazio, l’ex Empoli cominciava la sua gavetta da allenatore con lo Stia. Se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, l’escalation di Mancini è stata profondamente più semplice da quella di Sarri: è corso dalla panchina della Lazio a quella della Fiorentina per poi vincere un campionato inglese con il Manchester City, tre scudetti con l’Inter ed una panchina d’oro. Dovunque sia passato, ha trasformato in trofei ciò che ha toccato. Pochi gli scivoloni, tante le soddisfazioni. E’ la seconda esperienza con l’Inter, quella attuale, che con ogni probabilità suggerirà un’opinione definitiva sul suo conto: la squadra l’ha disegnata lui, non c’è retaggio del passato. La certezza è che resterà comunque un tecnico da giacca e cravatta, il cui sarto di fiducia è proprio napoletano, che dovrà trovare le contromisure per fermare l’avversario dell’occasione: l’allenatore in tuta perenne, che scambia con piacere classe con semplicità e la virtù di dire sempre ciò che si pensa, senza troppi giri di parole. Forse Maurizio Sarri ha acquisito questa attitudine grazie ad una carriera che con fatica ha conosciuto l’ascesa: è il Napoli la grande svolta per lui che ha bazzicato fino all’altro ieri (si fa per dire, ndr) tra le Serie minori. L’Italia si è accorta del suo talento quando è riuscito a trasformare Empoli, una cittadina toscana, nella grande scoperta dello scorso campionato. Napoletano di nascita, Sarri sfiderà Mancini, che di campano ha la moglie e i figli. Tante le differenze, troppi gli incroci.
NUMERI – E’ un 4-3-3 quello che attualmente inscena il Napoli, mentre l’Inter, nonostante adoperi lo stesso modulo, spesso opta per un 3-5-2. Mancini è decisamente meno “quadrato” di Sarri: dal principio dell’anno ha variato almeno 13 formazioni, mentre il tecnico azzurro tende a dare fiducia alla stessa cerchia di uomini, concedendo al resto sprazzi di match e l’onere di condurre la squadra ai vertici dell‘Europa League. Quella nerazzurra è una formazione di giocatori fisici, dinamici, il cui punto forte, al di là di ogni previsione, è divenuta la difesa: solo 7 le reti subite dall’inizio de campionato. Manca ancora una fluidità di gioco nell’evoluzione delle azioni offensive, questo perché non vi sono grossi punti di riferimento. Tuttavia i nerazzurri hanno accumulato 9 vittorie, 3 pareggi ed 1 sconfitta con 16 reti messe a segno. Anche la terza linea azzurra spicca per ordine e meticolosità, al punto che Reina contiua a macinare minuti di imbattibilità. Indubbiamente è quello offensivo il reparto che offre maggiore spettacolo, potendo godere della presenza di Gonzalo Higuain e della sua incredibile intesa con Lorenzo Insigne. Il Napoli è una squadra che gioca a memoria con ritmo e coesione: ciò ha portato a 8 vittorie, 4 pareggi ed 1 sconfitta con ben 24 gol segnati. Il reparto che se la giocherà sarà la panchina: lunedì prevale il miglior condottiero. L’esercito è più che ben fornito. Buona fortuna!
di Sabrina Uccello (Twitter: @SabriUccello)