WHAT IF – Napoli (piazza) ritarda ancora il salto di qualità

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La sfida di Verona era di certo una delle più difficili dell’intero campionato. Il gruppo di Mandorlini era ed è in crisi e, al di là della presunta rabbia che i giocatori avrebbero dovuto mettere in campo per conquistare degli insperati 3 punti per la lotta salvezza, l’Hellas rientra a pieno nella categoria delle medio-piccole che da anni ormai fanno male al Napoli. Una sfida delicata storicamente, dinanzi a un pubblico ululante che di certo non nasconde il proprio disprezzo per la maglia azzurra, chi la indossa e la sostiene.

Il gruppo di Sarri è però riuscito a superare quest’ennesimo test, e il tecnico ha ben sottolineato nel post gara come questa sfida (intendendo l’atteggiamento in campo dei suoi) non fosse differente da quella contro il Carpi. Il Napoli ha giocato come allora, collezionando numerose occasioni ma, a differenza di quella sfortunata sfida (come Genoa-Napoli del resto) è riuscito a trovare la rete.

Il primo gol lo segna un nervoso Insigne, che soffre i cori lui dedicati e si prende un giallo per aver scaraventato la palla lontano, in direzione di quei dannati spalti. Sarri non lo sostituisce, preferisce dargli fiducia e proporgli un test inatteso, quello della maturità. Lorenzo si arma di coraggio e, sfruttando la qualità che gli è solita, batte Rafael e serve l’assist vincente per il raddoppio di Higuain.

La domanda però sorge spontanea. E se Lorenzo non fosse riuscito a segnare, e al suo posto ci avesse pensato Higuain con una doppietta. Se Sarri avesse preferito sostituirlo, evitando un eventuale rosso, cosa sarebbe accaduto?

La risposta è semplice. Napoli avrebbe fronteggiato il suo ennesimo processo sportivo. Lorenzo il sopravvalutato e il superbo si sarebbe visto puntar contro innumerevoli dita, soprattutto da chi, dopo la rete dello 0-1, lo ha osannato nel proprio salotto, esultando con amici e parenti. Le reti hanno il magico potere di far dimenticare tutto, ma il web conserva i suoi messaggi, quelle frasi d’ira, scritte d’istinto, con la furia del momento per un tiro errato o un passaggio sbilenco. Criminalizzare chi tenta una giocata, nell’attesa di un errore da sottolineare venti, cento volte, indica ancora una volta un concetto chiaro da anni.

Si è sempre parlato di salto di qualità, riferendosi alla squadra, ma è ormai tempo (e siamo in netto ritardo), che la piazza si adegui, dando indicazioni di una maturità mai realmente assaporata da queste parti.

Luca Incoronato (Twitter: @_n3ssuno_)

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