a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Stagione nuova, vita nuova. Non è ancora arrivato il Capodanno, eppure quella di Marek Hamsik potrebbe sembrare a tutti gli effetti una nuova partenza.
Si è buttato nella mischia ancora una volta, con 28 anni sulle spalle di cui 8 già passati in maglia azzurra. Ha puntato su se stesso dopo una stagione che, guardando i dati statistici, è la migliore della sua carriera: 13 gol stagionali, come nel 2010-2011, con a carico anche un trofeo, quella Supercoppa italiana conquistata e regalata alla città che otto anni prima l’aveva reso calciatore planetario.
IL NUOVO MAREK – La carriera di Marek Hamsik a Napoli è storia nota. Cambiano gli anni, gli allenatori e i compagni di squadra, ma lo slovacco è ormai un punto di riferimento per tutto il movimento calcistico cittadino. Dalla Slovacchia a Napoli, sua seconda casa, lì dove sono nati e ancora crescono i suoi figli. Lì dove da semplice promessa si è trasformato in giocatore di caratura internazionale, passando per trofei col club, un paio di Champions disputate da protagonista, apparizioni europee e mondiali con la sua selezione nazionale.
Ecco perché anche all’alba di un nuovo capitolo il Napoli ha puntato forte su di lui. Nel biennio Benitez, Hamsik ha saputo mettersi in mostra al netto di difficoltà tattiche che spesso non l’hanno favorito. Il tecnico spagnolo ha sempre visto in lui un trequartista capace di essere letale negli ultimi 50 metri di campo, ma il range del numero 17, si è capito, è forse ancora meno limitato. Lo ha intuito Sarri, che nel suo centrocampo a tre l’ha messo sin dal primo giorno; Marek è tornato a fare quello che più gli piace, la mezz’ala classica, quella di un tempo, come oggi non se ne vedono più.
UNA VITTORIA NEL MIRINO – Meno produttivo in zona gol, ma costantemente nel vivo dell’azione. “A segnare ci pensa Gonzalo, a me questo ruolo piace tanto”, ha replicato lui. Marek ha segnato solo due volte dall’inizio della stagione, dividendosi equamente le reti tra campionato ed Europa League, eppure si sente nuovamente cuore pulsante di questo Napoli.
La sua presenza in mezzo al campo è fondamentale e il terzetto con Jorginho e Allan sta producendo ottimi risultati.
Sarri lo sa e ha puntato forte su di lui, spina dorsale di una squadra che, dopo i primi tentennamenti, ha saputo risalire la china ed è ora a due soli punti dalla vetta della classifica.
Se Pepe Reina è il leader dello spogliatoio e Gonzalo Higuain il trascinatore in zona gol, Marek è di certo il collante che tiene insieme tutti gli elementi: tecnico, squadra, città e tifosi.
Lui che ormai Napoli se la porta dentro e a questa città vuole regalare qualcosa di grosso, si nasconde ma sa di essere diventato grande.
“Adesso è presto per pensare allo scudetto, ma stiamo dimostrando a tutti che siamo una grande squadra”.