L’orchestra Napoli colpisce ancora e suona contro l’Udinese la settima sinfonia della campionato. Il teatro San Paolo si gode la buona musica, fra i colpi rock di Gonzalo Higuaìn e quelli neomelodici di Lorenzo Insigne. A dirigere c’è il maestro Maurizio Sarri, che fa la sua buona figura in tuta piuttosto che col Frac.
Ognuno fa la sua parte, ognuno suona quello che deve suonare: ma bisogna farlo correttamente, nei modi e nei tempi giusti. C’è bisogno dunque di un metronomo all’altezza, di un punto di riferimento che sia insieme agli altri piuttosto che di lato.
Jorge Luiz Frello Filho. Nome d’arte: Jorginho. L’allenatore in campo, l’uomo di fiducia di Sarri. E chi l’avrebbe detto? Da sicuro partente a miglior centrocampista della rosa e almeno nella top3 del campionato. Non ci va di esagerare, ma l’ex Hellas è certamente l’uomo chiave di questa squadra: smista e interdice, verticalizza e mette ordine. Dispensa consigli e giocate illuminanti; veste i panni del leader silenzioso, quello che passa inosservato e che viene apprezzato solo dai più attenti; quello che fuori dal campo è come se non esistesse, e invece c’è, eccome se c’è: con il permesso di Sarri ha preso quest’orchestra fra le mani e l’ha resa sublime.
Probabilmente Antonio Conte non è dello stesso avviso, e continua a preferirgli Montolivo o Soriano. Poco importa: Jorginho pensa al Napoli e a come rendere questo complesso il migliore di tutti.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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