Contro il Genoa non è mai una partita normale. Rievoca sempre ricordi particolari per i tifosi di entrambe le tifoserie, gemellate ormai da un bel po’ di tempo. Ma i sentimenti bisogna metterli da parte e concentrarsi solo sull’obiettivo vittoria. Il Napoli, per continuare a sognare. Il Genoa, per migliorare una situazione di classifica attualmente precaria.
ALLENATORE. Ogni anno sempre la stessa storia: Gasperini crea, Preziosi distrugge. Sono andati via Bertolacci, Falque, Roncaglia e Kucka: quattro uomini chiave per lo scacchiere gialloblu. Il tecnico, dunque, ha dovuto fare quello che fa sempre a ogni inizio stagione: ridisegnare la squadra. Per ora non è ancora riuscito a trovare la quadratura giusta; e nemmeno il suo marchio di fabbrica, il 3-4-3, è riuscito a dare, almeno per il momento, i suoi frutti.
ROSA.
Portieri:
Antonio DONNARUMMA, Eugenio LAMANNA, Mattia PERIN, Daniele SOMMARIVA, Samir UJKANI.
Difensori:
Cristian ANSALDI, Nicolas BURDISSO, Sebastien DE MAIO, Diogo FIGUEIRAS, Armando IZZO, Giovanni MARCHESE, Ezequiel MUNOZ, Alassane TAMBE.
Centrocampisti:
Issa CISSOKHO, Alberto COSTA, Blerim DZEMAILI, Diego LAXALT, Olivier NTCHAM, Tomas RINCON, Panagiotis TACHTSIDIS.
Attaccanti:
Diego CAPEL, Serge GAKPE, Darko LAZOVIC, Goran PANDEV, Leonardo PAVOLETTI, Diego PEROTTI.
COME GIOCA. 3-4-3
Perin; Munoz, Burdisso, Izzo; Figueiras, Rincon, Tino Costa (Dzemaili), Laxalt; Ntcham (Gakpe), Pavoletti, Perotti.
Non è ancora il Genoa di Gasperini. La squadra fatica ad interpretare al meglio l’idea di gioco del tecnico: ci vorrà del tempo, ma intanto c’è un disperato bisogno di punti. Sprazzi di Genoa vero nell’ultimo match contro il Torino, finito 3-3. In rosa manca un vero e proprio playmaker, un costruttore di gioco: l’anno scorso c’era Bertolacci, quest’anno Tino Costa: le qualità sono indiscutibili, ma fisicamente non regge e Rincon non lo aiuta. Inoltre, la difesa subisce troppo e va in difficoltà quando c’è da impostare l’azione. In attacco Perotti non è ancora lo stesso Perotti della passata stagione, mentre Pavoletti si muove tanto e segna con buona continuità. Il lavoro sulle fasce, però, è sempre pericoloso: e Laxalt lo ha ampiamente dimostrato.
L’UOMO CHIAVE. Le prestazioni dell’esterno urugagio sono in continuo crescendo. Gasperini ci ha visto giusto: spostarlo sulla corsia di sinistra, lui da sempre centrocampista centrale, è stata una mossa decisiva per valorizzare le sue caratteristiche. Ha gamba, visione e una buona qualità di base: qualche difficoltà in più in fase difensiva, ma ha tempo per migliorare. La difesa azzurra dovrà stare attenta anche ai movimenti di Leonardo Pavoletti: attaccante completo, spesso sottovalutato, che sa dare profondità e al tempo stesso giocare di sponda.
di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)
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