L’UOMO COPERTINA – Mertens, futsalero improvvisato

Napoli's Belgian forward Dries Mertens controls the ball during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs ACF Fiorentina on October 18, 2015 at the San Paolo stadium in Naples. AFP PHOTO / CARLO HERMANN (Photo credit should read CARLO HERMANN/AFP/Getty Images)

Avete presente quando, in una partita di Futsal, arriva quel momento chiave in cui c’è bisogno di un determinato calciatore che entri dalla panchina per deciderla? E dopo averlo fatto, grazie all’aiuto delle regole, può tornare ad accomodarsi felice, fiero e soddisfatto?

Ecco, magari Dries Mertens felicissimo di riaccomodarsi non lo era, visto l’infortunio: ma, probabilmente, fiero e soddisfatto lo sarà stato. E la partita, ovviamente, non è una partita di Futsal: ma è Napoli-Fiorentina, il meglio che il calcio italiano possa offrire.
Al belga sono bastati esattamente diciotto minuti (al 61’sostituisce Insigne e al 79’ fa spazio ad El Kaddouri) per entrare nella storia del match e lasciare un segno indelebile. Diciotto minuti in cui succede praticamente di tutto, e lui è quasi sempre coinvolto. Si presenta con un delizioso assist di tacco per la corrente Ghoulam, ma poi Ilicic e Kalinic confezionano la rete del pareggio. Poco dopo, fra lo stupore di tutti, si divora un gol già fatto: ma si ‘rasserena’ quando alza gli occhi e vede il guardalinee sventolare la bandierina. Un sospiro di sollievo, che gli permette di rimanere concentrato sull’obiettivo. I 18’ stanno per scadere, ma per fortuna c’è ancora una perla da regalare ai tifosi. Se fra Insigne ed Higuaìn c’è un’intesa che potremmo definire innata, quella fra l’argentino e Mertens non è da meno: la palla di ritorno del belga è un mix di eleganza sopraffina e funzionalità disarmante: perfetta. Poi il Pipita: sentenza inappellabile.
Per il 14 azzurro arriva il momento di tornare in panchina. Gli esami di stamattina hanno confermato la forte contrattura ipotizzata nel dopo gara. Una macchia, l’unica, di una giornata fantastica. Una giornata di gioia e di goduria. Che per Mertens è durata solo diciotto, indimenticabili, minuti.

 

di Pasquale La Ragione (twitter: @pasqlaragione)

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