De Laurentiis scatenato: “La convenzione è diventata una barzelletta. Sindaco schiavo della condizione politica”

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E’ un De Laurentiis scatenato, schietto. E’ il solito De Laurentiis. Il patron azzurro ha preso parte alla presentazione del libro ‘Il calcio italiano 1898-1981’ di Nicola De Ianni nella Sala Azzurra della facoltà di Economia di Monte Sant’Angelo. Non poteva proprio mancare l’argomento ‘San Paolo’. Il presidente ha così commentato le note vicende: Gli stadi sono una barzelletta, abbiamo leggi fallaci. Nemmeno Renzi ha capito che i sindaci devono essere manager. Io devo capire come un uomo politico può capirne di gestione urbanistica, dell’immondizia, del traffico. Solo a Roma ci sono 4 società che contengono tantissimi dipendenti. Un sindaco è schiavo della propria condizione politica e non può lavorare per la città. E quindi, nemmeno per il calcio, che è diventa una fatica difficile”.

 

SAN PAOLO. La situazione è delicatissima, ma De Laurentiis non ha alcuna voglia di mollare la presa: “Sono contento di quanto fatto calcisticamente fin qui. Avete letto su ‘Il Mattino’ le condizioni fatiscenti del San Paolo. La cosa che mi dà fastidio è che dopo aver preparato il piano con Zavanella e dopo una cena con De Magistris, che era entusiasta del progetto, mi si venga a dire che ora non va più bene. La Uefa ci ha dato la licenza grazie alla disponibilità dello stadio di Palermo. Ho continuato a lavorare, a comprare giocatori e altro ma invece questa città non mi pare stia con il Napoli. Il Comune deve stare con il Napoli, non con me. Il mio impegno non è in discussione. Quest’anno chiuderò il bilancio in rosso di 12-13 milioni”.

 

NAPOLI-FIORETINA. Con Della Valle siamo amici, ma non conosco la loro gestione. A me fa solo piacere che due città come Firenze e Napoli, importanti sotto molti punti di vista, stiano facendo molto bene. Speriamo di fare una bella gara e che non succeda nulla, visto l’infortunio di Insigne dello scorso anno! Spero ci sia un grande spettacolo e un grande parterre ad applaudire”.

 

SETTORE GIOVANILE. Altra vicenda assai nota è quella legata al vivaio azzurro. Si parla ormai da tempo del nuovo centro sportivo che il patron ha intenzione di costruire per accogliere tutti i giovani calciatori: “In Europa mi considerano mosca bianca, significa che stiamo lavorando bene, al di là dei discorsi sulle giovanili. C’è una territorialità estremamente difficile. Non è facile trovare dieci ettari facilmente raggiungibili per tutti, ragazzi e bambini. Ho già stanziato dieci milioni di euro per i 20 ettari che mi servono: li voglio tra Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Pompei può essere un veicolo che internazionalizza il concetto”.

 

UN CLUB AMERICANO. L’amore per il calcio è cresciuto a dismisura anche negli USA, e De Laurentiis non nasconde un’affascinante ipotesi: “Negli Stati Uniti è cominciato a crescere l’amore per il calcio. Io sto cercando qualcosa anche lì. In Italia ci sono solo tre società quotate in borsa, mentre in Spagna c’è l’azionariato pubblico dove la proprietà conta fino ad un certo punto. Anni fa parlavo di ‘stadio virtuale’ e nessuno mi ha capito. Non dobbiamo avere rispetto solo per chi va allo stadio, ma per tutti i tifosi del Napoli nel mondo. La forza di Napoli è questa”.

 

SARRI. Si torna, ovviamente, anche sull’argomento Sarri. Il presidente partenopeo ci tiene a ribadire il concetto: “Ho scelto Sarri perché ho studiato le cose. Tutti gli errori che ho fatto in questi 12 anni li ho fatti fruttare per non ripeterli più. Quando Sarri ha sbagliato le prime partite ho detto: colpite me, sono l’unico responsabile. Serve equilibrio, siamo qua, coscienti che il Napoli deve essere una bandiera per questa città. Molti dicono che l’ho scelto perché gli altri mi hanno detto di no, ma state certi che se io voglio un allenatore mi adopero per farmi dire di sì, come successo con Benitez”. 

 

 

 

 

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