Carlo Gervasoni, ex difensore radiato dopo lo scandalo ‘Calcioscommesse’, rilascia importanti rivelazioni a OpenSpace, programma in onda su Italia 1. Ecco come si combinava una partita: “Per decidere il riultato di una gara la struttura portante di una squadra è fondamentale. Ovviamente se si ha il portiere si parte avvantaggiati, poi se hai l’attaccante e un difensore è molto più facile”.
ATALANTA-PIACENZA – “Quella fu la madre di tutte le partite. Scoprii appena prima di iniziare, che non ero l’unico a sapere della combine: durante il giro di ricognizione del campo Doni mi chiese se era tutto ok e quel “tutto ok” capii subito che era riferito al fatto che si trattava della combine. Quella partita era molto chiacchierata anche prima che si giocasse. In quell’occasione inizialmente dovevamo perdere con due gol di scarto e successivamente perdere con un over, quindi 3-0, 3-1 e via dicendo. Per fortuna un mio compagno, non coinvolto della combine, con un intervento grossolano procurò un rigore ma eravamo a più della mezz’ora e dovevamo subire un altro gol. Il fatto particolare è stato che io riferii di Doni al mio portiere, anche lui coinvolto, che mi disse di fargli tirare il rigore centrale. Il problema era che dovevamo subire un altro gol. Ero terrorizzato che pareggiassimo, a tal punto che ho dovuto creare questo scontro di gioco che portò al rigore. Se non fosse stata una partita combinata non avrei mai fatto un intervento del genere. Poi protestai con l’arbitro perché non potevo far capire ai compagni, all’allenatore che l’avessi fatto apposta. Era normale che si recitasse una parte. Quando poi si raggiunse il risultato, non contenti, subimmo anche il terzo gol, sempre con un errore mio che rivisto adesso è anche abbastanza imbarazzante”.