
La Lega di Serie A ha intervistato Pepe Reina, simbolo di un progetto azzurro pronto a ripartire da chi realmente tiene ai colori azzurri: “Per me Napoli è la città giusta anche per la mia famiglia. A Monaco non giocavo troppo, quindi mi mancava il campo e a Napoli posso farlo. Mi hanno dimostrato tantissima fiducia e ho un gran rapporto con tifosi e amici in città. Per questo sono tornato. Si deve capire che a Napoli si mangia pane e calcio. I tifosi azzurri hanno nel calcio una necessità. E’ una religione per loro e senti la responsabilità di giocare in una città come questa mi rende orgoglioso. Ho iniziato a fare il portiere perché in mezzo al campo ero pessimo. Quindi mi hanno arretrato sempre di più fino alla porta, e alla fine non è andata male. E’ un ruolo particolare. Il portiere è l’unico che può toccare la palla con le mani, e già questo ti rende diverso dagli altri. E’ una posizione in campo che ha tantissima responsabilità, e in una piazza come Napoli lo è ancora di più. Possiamo promettere ai tifosi che lavoreremo e suderemo la maglia. Il gruppo di quest’anno è umile, lavora e vuole imparare. Vogliamo continuare a crescere per tutta la durata del campionato, lottando anche in Europa League e Coppa Italia. Puntiamo a vincere qualcosa quest’anno”.