a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
L’ottimo momento azzurro lancia e rilancia le speranze azzurre in questa Serie A così equilibrata e ricca di sorprese.
Al rientro dalla sosta per le nazionali, gli azzurri affronteranno la Fiorentina capolista in quello che sarà il big match della giornata: in campo si potranno gustare le giocate di campioni come Allan, Insigne o Babacar e Bernardeschi, presente e futuro delle rispettive formazioni.
Futuro, appunto: quello del Napoli è già praticamente partito, visto che la squadra di Sarri è, tra le attuali big italiane, quella con la media età più bassa (26,5 anni), superata dalla sola Roma (26,3), ma ben distante da squadre sulla carta più ‘mature’ come Fiorentina (27,9), Lazio (27,2), Juventus (29,1) e Inter (27,1).
Ciò che fa ben sperare è che l’ossatura degli azzurri, la spina dorsale della squadra, abbia in realtà ancor più un futuro che un presente: brava la società a tenersi stretta calciatori che, con un po’ di fiducia e di tempo, stanno dimostrando tutta la loro qualità.
TESTA E CODA – Innanzitutto la difesa, che può e potrà contare nei prossimi anni sulle prestazioni di Kalidou Koulibaly ed Elseid Hysaj. Il senegalese e l’albanese sono tra le migliori scoperte di questo inizio di stagione. Per Koulibaly, in realtà, trattasi di ri-scoperta, visto che le sue qualità s’erano ampiamente intraviste al primo anno di Napoli, ma è servito un po’ di tempo per metterle completamente al servizio della squadra. Il processo di maturazione non è ancora terminato, ma essendo un classe ’91 si può ben sperare. Addirittura della classe del ’94 il terzino ex Empoli, che ha avuto bisogno di Sarri e di giocare a destra per essere subito titolare fisso.
Altro giocatore della nidiata 1991 è il tunisino Ghoulam: a Napoli da due anni, l’esterno sinistro sembra essersi finalmente impadronito del ruolo. I margini di crescita, come assicurato anche da Sarri, sono ancora ampi e il Napoli deve aprofittarne.
In mezzo al campo, due classe ’91 possono dire a lungo la loro con questa maglia: parliamo di Jorginho, playmaker italo-brasiliano che con il nuovo modulo è tornato ai livelli di Verona, e di Allan. L’ex Udinese, già tre reti quest’anno, è il vero fattore X positivo di questo avvio di stagione della squadra azzurra; non solo gol, ma tanta qualità e quantità ad aiutare l’intera organizzazione di Sarri. Tutto questo a soli 24 anni.
24, come il suo numero di maglia, sono anche gli anni di Lorenzo Insigne, che vive oggi il suo anno della definitiva consacrazione; si è preso piano piano il Napoli e il Napoli s’è lasciato convincere. Il ragazzo napoletano ha tutta l’intenzione di diventare una bandiera per questa squadra e questa città.
E chissà che al suo fianco più stabilmente possa esserci nei prossimi anni Manolo Gabbiadini, nato anch’egli nel 1991 e proprietario di un mancino di cui pochi in questo campionato dispongono.
Il futuro napoletano, se saprà resistere alle tante voci di mercato, è anche suo.
PORTA GIREVOLE – Capitolo a parte quello relativo ai portieri. Ben oltre Reina, 33enne che ha ancora un paio di stagioni di alto livello da poter consegnare alla causa azzurra, il Napoli conta oggi in rosa i due brasiliani Rafael e Gabriel, con situazioni molto differenti.
Il primo, dopo mezzo anno di titolarità, ha mostrato tutte le qualità, ma anche tutta l’inesperienza di cui dispone, risucchiato nel vortice delle altalenanti prestazioni azzurre della scorsa stagione senza saper mettere un freno. Nato nel 1990, Rafael avrebbe bisogno di tranquillità e continuità per permettere alla società di conservare l’investimento effettuato due anni fa.
Discorso differente per Gabriel: classe ’92, è in prestito dal Milan, ma il Napoli ha già potuto saggiarne le qualità in Europa League, nella trasferta di Varsavia in cui ha ben sostituito Reina.
Forse gli azzurri proveranno a strapparlo definitivamente ai rossoneri, in alternativa mai dimenticare Luigi Sepe, che oggi è in prestito alla Fiorentina ma potrebbe essere richiamato alla base; nonostante i tanti anni di gavetta in giro per le serie minori, Sepe è un altro classe ’91 nel pieno della sua maturazione, che forse meriterebbe più spazio in questa esperienza viola.