“Abbiamo vinto meritando e divertendo” Mister Sarri
Meritando Mister, senza se e senza ma.
Con gli attributi, in campo 11 leoni ed una sola testa.
Tutti, nessuno escluso, al posto di combattimento e senza sbavature.
Un gioco semplice ma efficace, lineare quanto meraviglioso da guardare.
E se il miglior attaccante della serie A, sorride ed esulta per l’assist sui piedi di Allan, cosa si può chiedere di più?
A testa bassa e senza fronzoli, Mister Sarri non ha fatto promesse nè creato aspettative.
Lavoro duro ma semplice, sfruttando al massimo le doti dei singoli.
Jorginho non ne sbaglia una e cresce Ghoulam che regala scatti ed incursioni.
Koulibaly è la spalla forte di Albiol e Callejon, bentornato Callejon.
18 reti, 1 sola subita e c’è ancora chi parla di fortuna.
Lazio, Juve, Milan ed ancora il nome del Napoli in Europa ed una difesa che non trema e che non molla
Lorenzo Insigne e quel bacio alla maglia che copre il cuore.
Scugnizzo Napoletano che zittisce il San Siro.
Milano si è coperta di azzurro, il Legia Warszawa ha chinato il capo ed ha incassato.
Una settimana monocolore, azzurro ovunque ed ottimismo puro.
Il 22 settembre 2013, tra i pali, un certo Pepe Reina ferma i rigori andati a segno di Mario Balotelli.
A distanza di due anni, entrambi ritornano e per uno strano scherzo del destino.
Il primo è un pilastro inamovibile, il secondo un bullo in bàlia di se stesso e dei suoi colpi di testa.
Il fato non li ha fatti rincontrare eppure si contano sulle sole dita di una mano i tiri, nello specchio della porta azzurra.
Non c’è storia, non c’è battaglia, non c’è lotta.
Milan annientato, completamente annichilito.
Distrutto e non per demeriti dei singoli o per incapacità di Sinisa.
Uno 0 a 4 che ha il sapore della squadra, della società azzurra che si sostiene e che non si ferma.
L’abbraccio del Pipita al triplice fischio, quell’abbraccio per un allenatore che sarà anche non blasonato ma ha capacità e voglia di fare.
Non esaltiamoci, del tutto, rilassiamoci all’idea di una nuova impresa ed assaporiamo il piacere autentico delle nostre consapevolezze.
Sotto a chi tocca, senza freni.
Dalla Fiorentina al Midtjylland, con una toccata e fuga in terra scaligera per abbracciare il Sud nella sfida contro il Palermo, allo stadio San Paolo.
L’Oktoberfest, insomma
Non siamo nei primi tre posti in classifica, per ora.
Non stiamo giocando la Champions League ma l’Europa League non è la Coppa del Nonno.
Siamo in fase di costruzione, ci stiamo plasmando dalle mani di un uomo che ama ciò che fa.
E scusate se è poco.
Di Anna Crudelia Ciccarelli
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