Momento straordinario per Lorenzo Insigne, trascinatore assoluto di questo scintillante Napoli. Il fuoriclasse azzurro, attualmente a Coverciano impegnato con la Nazionale, ha parlato in conferenza stampa di questo incredibile periodo della sua carriera: “Gli elogi dopo la vittoria col Milan mi fanno piacere: uscire fra gli applausi anche dei tifosi rossoneri è stato bellissimo. Spero di continuare così. Da piccolo ho fatto tanti sacrifici: la scuola non mi piaceva e il pomeriggio mi allenavo nelle giovanili del Napoli. Facevo anche l’ambulante e andavo a vendere vestiti. L’infortunio dell’anno scorso? Non mi sono mai abbattuto”.
LA 10. Dopo la prestazione di domenica sera, c’è qualcuno che azzarda: ma perché non dargli la 10? Insigne risponde così: “Non bisogna scomodare Maradona, è il più forte di tutti i tempi. La dieci sarebbe un’emozione ma anche un peso: ora ho il 24 e non ci penso”.
SCUDETTO E TIFOSI. Sognare non costa nulla, vero. Ma è importante non esaltarsi troppo e continuare a dare il massimo: “Stiamo facendo bene, ma andiamo cauti. Certo, ci proveremo fino alla fine. Ho sempre detto al club di voler restare il più al lungo possibile al Napoli, è il sogno di tanti ragazzi. All’inizio ho avuto qualche problema con la tifoseria, ma è tutto passato. Non ho mai pensato di andar via da Napoli, ho reagito ai fischi a volte solo perché mi ritengo il primo tifoso del Napoli”
BENITEZ. L’exploit delle ultime settimane è arrivato anche grazie allo splendido lavoro tattico svolto sotto le direttive di Benitez: “Devo tanto anche a lui, mi ha fatto crescere a livello difensivo nel 4-2-3-1, mentre nel 4-3-3 mi diverto di più”.
SARRI. L’unico, secondo il tecnico, ad avere le qualità per giocare da trequartista nell’idea iniziale del 4-3-1-2: “Non ho mai avuto problemi sulla posizione, che si trequartista o esterno. Mi trovo benissimo nel 4-3-3, già dai tempi di Zeman. Ora spero di ripagare la fiducia di Conte: non mi interessa il modulo, voglio solo lavorare e fare bene anche qui. Non abbiamo mai avuto dubbi su Sarri: ci trasmesso grande grinta. Inizialmente credeva in un modulo, ma poi come tutti i grandi ha capito di dover cambiare. Nello spogliatoio parlavamo spesso del 4-3-3 anche l’anno passato. Col 4-3-3 noi esterni ci esprimiamo meglio. Con Zeman mi sono trovato bene e con Sarri i movimenti sono più o meno gli stessi. Zeman è stato per me molto importante, mi ha fatto maturare tanto”.
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