a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Un passo indietro, forse due, come i punti persi nella trasferta emiliana.
Il Napoli bello visto con Brugge e Lazio, quello prepotente e che fa valere la legge del più forte, crolla sotto i colpi di un muro difensivo, quello del Carpi, che non lascia spazio agli azzurri e li inchioda su uno scialbo 0-0 che a stento ti tiene sveglio davanti alla Tv.
Troppo incolore per provare a vincere la prova della squadra di Sarri, arginata da un avversario piccolo e che esce dall’area di rigore solo poche volte in tutto il corso del match; eppure, l’assedio napoletano non c’è stato così come ce lo immaginavamo, negando quella terza vittoria di fila tra campionato ed Europa League che avrebbe potuto fare solo bene in vista della Juve.
IL MURO EMILIANO – La Juve, appunto, forse la preoccupazione maggiore nella testa di chi ieri sera è sceso in campo.
La Juve dopo tre giorni e un Carpi volenteroso che ci si intromette. Sarri non ha cambiato nulla o quasi rispetto alla gara con la Lazio: dentro Valdifiori per far rifiatare Jorginho e pure Mertens per alternanza con Callejòn.
Una rotazione minima ma che è parsa azzardata, e che denuncia tutte le difficoltà che Sarri potrebbe incontrare giocando praticamente una volta ogni tre giorni; nessuno brilla in attacco, se non il belga, e a centrocampo negative le prove del regista ex Empoli così come del capitano slovacco. Allan prova a risvegliare i suoi, ma non primo tempo l’unica buona occasione capita sulla coscia di Higuain grazie ad un rimpallo su Brkic.
Prova a cambiare le carte in tavola il Napoli del secondo tempo; la regia di Jorginho con la velocità di Gabbiadini e Callejòn sono, per Sarri, le mosse da tentare; ma nulla cambia, e anzi il Napoli visto nella ripresa è addirittura meno incisivo di quello della prima parte di gara.
Bisogna aspettare l’ultimo quarto d’ora per un paio di occasioni concrete: la prima capita proprio sul sinistro di Gabbiadini, ma il bergamasco spara a lato, la seconda viene trasformata da Callejòn, peccato solo per il fuorigioco di un metro abbondante.
ARRIVA LA JUVE – Il fischio finale è una mazzata sulle teste di tutti gli azzurri.
Con il cambio di regia in panchina, il Napoli avrebbe dovuto cambiare marcia proprio contro le piccole, eppure i fatti smentiscono le scelte di Sarri: tra Sassuolo, Empoli e Carpi, le prime tre trasferte tutto sommato poco impegnative, almeno sulla carta, il Napoli ha conquistato solo 2 punti, una media sicuramente non da big del campionato.
Con il pari emiliano gli azzurri salgono a quota 6 in campionato e vedono fuggire via in testa l’Inter, già distante 9 punti, mentre si fermano anche la Roma e la Juve.
I bianconeri, dopo il pari interno deludente col Frosinone, si presenteranno al San Paolo sabato sera in quella che sarà la sfida tra le grandi deluse di questo avvio di stagione; due squadre che avrebbero voluto sfidarsi guardandosi dal basso e che invece sono ancora impantanate al centro della classifica.
Chi l’avrebbe mai detto alla stesura dei calendari?
E di nuovo, quindi, sabato sarà una sfida da dentro o fuori: con i biglietti messi in vendita dal Napoli solo nella giornata di ieri e con un San Paolo che vuole tornare a risplendere nella sera di gala con i bianconeri.
Una vittoria contro la Juve metterebbe al riparo da critiche e rilancerebbe gli azzurri; oltre ad inguaiare la squadra del Conte Max, lontana parente di quella vista lo scorso anno.
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