COLPI DI JENIUS – La prima volta non si scorda mai

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a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

Come il primo amore o il primo giorno di scuola. Maurizio Sarri è atteso oggi alla sua “prima volta”.
Quella in Europa, s’intende. Il tecnico azzurro potrà, a 56 anni, fare il suo esordio in Europa League, la seconda competizione più importante d’Europa.
Un debutto importante, che sicuramente il tecnico non scorderà: innanzitutto perché lo farà seduto sulla panchina del Napoli, una squadra lo scorso anno arrivata in semifinale e che si presenta ai nastri di partenza con i gradi di favorita, poi perché nella carriera di un allenatore è sempre importante varcare i confini nazionale.

DAL DNIPRO AL BRUGGE – Al San Paolo tornano le notti europee, quelle che tanto hanno fatto bene e allo stesso modo hanno fatto male la scorsa stagione.
Si riparte da quella maledetta finale, quel pari per 1-1 all’andata con il Dnipro che poi tanto costò al ritorno; eliminazione bruciante per gli azzurri che videro svanire il sogno della finale di Varsavia, ormai lì ad un passo.
Non ci saranno gli ucraini a Fuorigrotta, stavolta, ma piuttosto i belgi del Brugge: una squadra compatta, quadrata, abituata ai gradi di leader dentro dai confini nazionali e con sicuramente tanta esperienza europea.
Il Napoli, invece, sarà più di un’incognita: la prima arriverà proprio da questo esordio assoluto in panchina, la seconda, piuttosto, dal momento di forma generale di una squadra che, dopo i primi tre turni in campionato, è ancora alla ricerca della prima vittoria, ancorata a soli 2 punti guadagnati.
Napoli e il Napoli cercheranno il primo sorriso in una competizione che lo scorso anno funse da palliativo per le magre di campionato.

PARTITA PER PARTITA – Ma come verrà affrontata quest’anno la competizione europea?
Gli azzurri vengono dal biennio Benitez, un allenatore che ha sempre puntato forte sulle coppe internazionali e che anche a queste latitudini stava per lasciarci il ricordino felice.
Prima di lui, però, nell’era Mazzarri, una scellerata gestione dell’Europa League aveva procurato alla società solo brutte figure in giro per il continente, laddove la seconda competizione europea per club non veniva intesa allo stesso livello della Champions e, quindi, da snobbare.
Negli ultimi due anni, però, il Napoli ha capito forse che non può permettersi di snobbare alcunché, che la storia azzurra non consente raggiri di forma; il campionato sarà banco di prova primario, è vero, ma una squadra costantemente in crescita negli ultimi dieci anni e con quei giocatori in rosa, pensa davvero di non approcciare al palcoscenico europeo con il massimo sforzo?
“Valuteremo la formazione partita per partita”, ha detto Sarri. E questo può essere un primo indizio.
D’altronde, uno che ha per anni marciato su campi di periferia e che si ritrova stasera sotto gli occhi dell’intero continente, non vorrà mica fare una brutta figura.

 

 

 

 

 

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