Da Francesco Rocca a Sebino Nela
La Roma eredita l’incredibile Hulk, sulla scia dell’indomabile.
Una squadra di picchiatori la Roma giallorossa, di quelli che un tacchetto lasciato sulla pelle è sempre meglio di un caviglia lasciata sul campo.
“Il calcio è questo. Uno sport di contatto nel quale si litiga da sempre” sentenziava Nela, negli anni d’oro della sua carriera.
Il corridoio per arrivare agli spogliatoi, un ring.
Cazzotti, spintoni e minacce come se volassero. C’era sempre l’attesa di incontrarsi faccia a faccia, per affrontare il nemico di turno.
Partita di ritorno della Coppa dei Campioni, il Dundee arriva a Roma e negli spogliatoi incontra la squadra giallorossa che non aveva dimenticato le offese e le parole poche carine dell’andata.
Ci si picchia per far capire come vanno le cose, si alza la voce e si arriva addirittura a minacciare per tenere testa a chi ha osato offendere o attaccare.
Picchia Sabino, lo incitava così, la curva sud
Picchiava, si picchiava anche in campo.
Oltre a gesti, non molto carini, ma frequenti durante i derby della Capitale.
Un dito medio, il gesto dell’ombrello ed imprecazioni di ogni genere.
Ovvio, lo sport dovrebbe unire. Dovrebbe ma non sempre lo fa.
Se poi un calciatore di origini genovesi, afferma di sentirsi romano al 100% e romanista nell’anima.
C’è davvero poco da aggiungere.
Figlio di nessuno, insomma.
Come tutti quelli che senza identità si sentono adottati da colori che non gli appartengono.
Ma questo è tutta un’altra storia e di cose da dire ce ne sarebbero troppe.
Ha dato un calcio al cancro e questo gli fa onore, lottare per la propria vita è la partita più dura.
Lavora ancora nell’ambito calcistico, come telecronista e diciamo anche che non porta così tanta fortuna.
La Roma, ha comunque sfornato un numero notevole di delinquenti del pallone.
Mai rinnegare le origini, quindi.
… Stay Tuned!!! I cattivi non son finiti, il più grande di tutti vi aspetta. Ma Colpo di Tacco cambia registro per un pò.
Di Anna Ciccarelli