a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Serie A, si riparte. E adesso non si potrà più sbagliare. Due turni, poi due settimane, perché quando la Nazionale chiama il campionato non può non rispondere.
Ma adesso che gli uomini di Conte hanno espletato i loro compiti, nulla o quasi potrà fermare la corse del campionato nel prossimo mese.
I nodi, quelli visti nei primi due episodi di una stagione che si annuncia essere ricca di colpi di scena e, probabilmente, più equilibrata degli ultimi anni, verranno al pettine; al contrario, le luci mostrate in modalità fissa o alternato, dovranno essere confermate.
DUE MATCH, UN PUNTO – Non ci sarà respiro, soprattutto per chi, come il Napoli di Sarri, ha un bel po’ di scimmie da togliersi dalla spalla.
Un solo punto nelle prime due gare di campionato di quest’anno non è proprio il bottino che tutti, Sarri stesso, speravano.
Sapeva che sarebbe stato difficile, ma in cuor suo il neo tecnico azzurro pensava addirittura di poter essere oggi a bottino pieno.
E invece non è stato così. La motivazione, per sua (s)fortuna, è sempre la stessa: il Napoli visto prima a Reggio Emilia contro il Sassuolo e poi al San Paolo contro la Sampdoria sette giorni dopo, ha ravvisato difficoltà fisiche che potrebbero essere preoccupanti.
Potrebbero, se non fosse che, in fondo, lo sapevamo già; la preparazione svolta nei venti giorni di ritiro a Dimaro ha lasciato scorie che gli azzurri si son portati a casa dalla Val di Sole.
Ad accusarne tutti, alcuni maggiormante, ed è chiaro che il disegno azzurro sia al momento solo uno schizzo sbiadito, di quelli che fai e subito dopo puoi portarti via col gomito, senza farlo apposta.
Sarri quel gomito l’ha usato male in entrambe le occasioni ufficiali: col Sassuolo, quando non sembra aver azzeccato la miglior formazione iniziale, e con la Samp, quando ha forse sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare nella lettura del match.
A posteriori, però, è troppo semplice parlare. E allora bisognerà pure ammettere che gli avversari la loro partita l’hanno fatta.
Che il Sassuolo parte da un progetto triennale che sembra sempre più convincente: perdono Zaza e trovano Defrel, la sostanza non cambia. Tanto da affermarsi come primi in classifica a punteggio pieno.
E che la Sampdoria ha travolto il Napoli quando la differenza di tenuta fisica è venuta fuori; i blucerchiati hanno ciminciato la preparazione prima di tutti gli altri per il preliminare (poi andato male) di Europa League di agosto, ed oggi beneficiano del lavoro svolto come se fossero più avanti del resto del campionato.
Le attenuanti, però, che pure non lasciano spazio, sono roba da chi scrive e non per chi legge; i tifosi che si ritroveranno a dover seguire la squadra dopo la sosta, infatti, non ne vogliono sapere di condizioni fisiche e combinazioni astronomiche, aspettandosi solo una vittoria che possa restituire il sorriso.
Sarri sa che il margine d’errore resta minimo: con i tifosi e la stampa ha esaurito una prima parte di bonus e, nonostante le parole della società (“Sarri può anche perderne sei, il nostro pensiero non cambia”, qualche giorno fa il presidente De Laurentiis) sa anche che le cose potrebbero mettersi non proprio benissimo senza risultati.
ITALIA ED EUROPA – Fattore complicante di tutta la ripresa sarà sicuramente il calendario: al rientro dalla sosta il Napoli giocherà 7 partite in venti giorni, una ogni tre tra campionato ed Europa LEague.
La competizione europea riapre i battenti con la gara in casa contro il Brugge dopo la fine dolorosa dello scorso anno e per Sarri saràun vero e proprio debutto quello internazionale. Quella su come gestirà le forze della rosa èuna domanda ancor più pressante: vedremo un’Europa League alla Mazzarri, con tanti innesti diversi rispetto al campionato, o alla Benitez, con in campo sempre la squadra migliore e tanta voglia di far bella figura?
In campionato, poi, si riparte da casa: no, non dal San Paolo, ma da quella che è stata proprio la casa dell’allenatore negli ultimi anni. Quella Empoli in cui Sarri è arrivato con scetticismo e ha poi salutato con i gradi di santone della panchina.
Strano il destino, che gioca con le carte sue e degli altri e ti mette di fronte alla realtà dei fatti; arrivato da Empoli, proprio ad Empoli non si potrà fallire.
Le trasferte azzurre saranno abbordabili (quella successiva contro il neo-promosso Carpi), ma il San Paolo dovrà vestirsi a festa per ben due volte nel prossimo mese; a Fuorigrotta torna infatti la Lazio dopo il finale thrilling dello scorso anno, poi sarà la volta della Juventus 2.0 di Allegri, che lo scorso anno non ha lasciato un gran ricordo.
Meglio così, perché la spinta del pubblico di casa sarà necessaria e fondamentale per una squadra che ha bisogno ancora di tempo per trovare se stessa.
Ma il tempo, si sa, comincia e finisce lì dove cominciano i tre punti.