A cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Che servisse tempo lo sapevamo tutti, ma che il Napoli fosse a questo punto no, non ce lo aspettavamo.
Speravamo in una gara dallo spirito diverso, dal piglio preso di chi ha la voglia quantomeno di dare tutto, ma così non è stato.
La colpa, come sempre, può finire a chi scende in campo, a chi amministra dalla panchina. Ma Sassuolo-Napoli può dire molto di più, se solo si potesse guardare oltre il risultato, i tre punti persi, la prima sconfitta stagionale e un passo indietro rispetto a tutte le belle parole ed aspettative estive.
CROLLO FISICO E SCELTE ERRATE- Il Napoli visto a Reggio Emilia non ha convinto innanzitutto nelle gambe. Che potessero esserci problemi dal punto di vista del fiato, vista la preparazione effettuata a Dimaro in luglio, potevamo aspettarcelo, ma gli azzurri scesi in campo ieri sera hanno tenuto poco e niente.
Bella la partenza, ma anche il gol di Hamsik nasce da un regalo di Cannavaro che apre la porta allo slovacco. Il gol del vantaggio non dà una mano al Napoli, anzi complica i piani della squadra di Sarri e dà linfa a quella di Di Francesco.
Il Sassuolo ha più gamba, sprinta sulla carcassa di un Napoli che si trascina; Reina evita lo scivolone nel primo tempo, ma non può nulla su Floro Flores alla mezz’ora.
I neroverdi partono da un progetto diverso: via Zaza dentro Defrel, cambia poco o nulla, l’assetto è lo stesso da tre anni e la macchina emiliana pare poter dire la sua anche quest’anno. Acquisti pochi, cessioni anche, sempre un mercato oculato e tanta voglia di non regalare nulla a nessuno.
Quella azzurra è invece una macchina che ha molti problemi meccanici; il 4-3-1-2 non sembra essere completamente assorbito dagli interpreti. Insigne non è un trequartista, Hysaj non un esterno sinistro, Mertens e Higuain sono praticamente nulli in avanti. Gabbiadini tenuto in panchina per 45′ minuti non è sembrata la migliore scelta, ma a preoccupare di più l’allenatore azzurro dovrebbero essere i problemi offensivi, visto che quelli difensivi sono solo un clichè.
SETTE GIORNI PER RIPARTIRE – Il campionato, però, non è mica finito sul colpo di testa di Sansone. Dalila e i Filistei hanno sette giorni per rispondere, al San Paolo e contro una Samp che all’esordio contro il Carpi è andata sul velluto.
Sarri ha bisogno di tempo, ma sappiamo tutti che il tempo in questo calcio è un fattore relativo: vinci e ne hai, perdi e magari ti manca.
Ciò non significa che una sconfitta anche alla seconda di campionato significherebbe esonero per il toscano, ma di certo una vittoria all’esordio davanti al pubblico di casa allontanerebbe tutte le ombre che invece sono passate su Reggio Emilia e che nei prossimi giorni arriveranno anche a Castel Volturno.
Ritrova l’abbraccio del caldo pubblico di casa sul finire d’agosto può essere la panacea giusta insieme al tanto lavoro da affrontare in settimana.
Il mancato sorriso di Higuain, il pressapochismo di Insigne, gli svarioni di una difesa completamente da rifare sembrano essere i primi ragguagli; di strada da fare ce n’è, così come di possibili miglioramenti davanti a questo Napoli.
Ma se dal mercato non arriva il materiale giusto, anche il più fine artigiano potrebbe avere difficoltà a lavorarlo.
Una storia già vista in passato e che ha portato alla rottura totale con il precedente allenatore.
Il passato insegna; nuovo corso e (si spera) nuova storia.
Almeno ce lo auguriamo.