a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)
Un passo avanti ed uno indietro. No, non è un ballo da sala di mezza estate, è piuttosto la storia del Napoli di inizio stagione; il passo avanti in difesa, perché dalla partita contro il Porto non arriva il gol subito e la porta, difesa per 80′ da Reina, resta inviolata, quello indietro in attacco, perché se a Nizza due gol segnati c’erano stati stavolta sono zero.
Risultato: un pari non scialbo, non triste, non noioso, ma un pari, tra due squadre che fanno molto per segnare ma non ci riescono.
Primo tempo a larghe tinte bianco e blu, quelle di un Porto che in casa, al Do Dragao, deve farsi rispettare fin dal primo minuto. La squadra di Lopetegi sembra essere messa in campo molto meglio degli ospiti, che per alcuni minuti prima della mezz’ora hanno difficoltà proprio ad uscire dalla propria metà campo.
Si invertono i fattori nella ripresa, con la condizione del Napoli che resta alta e gli azzurri (anzi, rossi per l’occasione con tanto di nuova terza maglia presentata al pubblico) bravi a venir fuori alla lunga. Il contrario di quanto visto in Francia neanche una settimana fa.
Al Porto vanno assegnate le occasioni migliori; bravo Reina a sventare ogni pericolo nella propria area. Eppure il Napoli avrebbe potuto poi fare lo scherzetto, soprattutto nel finale con le squadre allungate e la coppia Callejòn-Higuain a prendere spazi agli avversari.
Al di là del risultato, era una partita utile a capire il grado di maturazione della squadra di Sarri, il livello e il tipo di lavoro svolto e soprattutto per mettere benzina nelle gambe degli azzurri; ecco spiegata la grandissima rotazione che ha visto praticamente tutti i disponibili in campo.
Capire, poi, la volontà tattica di Sarri era primario: il 4-3-1-2 lanciato all’inizio ha resistito per tutti i 90′ di gioco. Partiamo dalle note liete: bene Valdifiori in mezzo al campo, ha personalità giusta per essere leader silente, così come bene sono andati Insigne e Allan, in netta crescita fisica seppur coi suoi limiti tecnici. Nella ripresa stupiscono in positivo le prestazioni di El Kaddouri e soprattutto Jorginho, uno che della cura Sarri può solo giovarsi. Non riesce l’esperimento Hysaj sulla sinistra, con l’albanese sempre in difficoltà su un lato che non è il suo, da rivedere Chiriches al centro della difesa: il romeno sembra ancora dietro nella condizione fisica, alternando ottime entrate a qualche errore banale, quindi può solo migliorare.
Il gioco mostrato convince, ma le amnesie difensive a cui solo Reina ha saputo mettere una pezza, non fanno sperare il meglio.
Può essere il Napoli di Sarri, ma in realtà è ancora quello di Benitez. Non disperate, siamo ancora nel cuore di agosto, e al campionato manca ancora un po’.