COLPI DI JENIUS – Gabbiadini, nessun caso. È solo un ago in un Pagliari

gabbiadini

 

a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

Serve poco a Silvio Pagliari, agente di Manolo Gabbiadini, per restituire al Napoli ombre che da un mese a questa parte la nuova organizzazione azzurra, Sarri in primis, ha cercato di allontanare.
Poche parole, molti fatti; “Se volete, togliamo il disturbo”, come un fulmine a ciel sereno di cui non sentivamo il bisogno.
L’esperto agente italiano, che neanche un anno fa si era detto felicissimo per come erano andate le cose, con il suo assistito arrivato a Napoli dalla Juve via Sampdoria, oggi pare aver cambiato idea; a contribuire potrebbe esserci stata la panchina della scorsa domenica, in un Nizza-Napoli che non aveva senso alcuno, se non quello di mettere nelle gambe dei calciatori azzurri benzina a sufficienza contro un avversario già più pronto sul piano fisico.

MISTERO TWEET – A pochi minuti dall’inizio del match, in realtà, il tweet societario classico usato per dare notizia ai tifosi della formazione azzurra che scenderà in campo, riportava il nome di Gabbiadini tra i titolari. Il dietrofront aveva poi visto in campo la coppia d’attacco Callejòn-Mertens con Insigne alle spalle, e tutti a credere di un piccolo problema fisico che aveva potuto fermare l’ex Samp.
Gabbiadini è ad oggi l’unico vero attaccante di ruolo che il Napoli si ritrova in rosa dopo Higuain; la sua duttilità tattica (può giocare indifferentemente da prima o seconda punta, da esterno e addirittura da trequartista se solo lo volesse ndr) potrebbe essere anche il suo più grande limite in questa squadra che in attacco ha solo l’imbarazzo della scelta.
Lo scorso anno ha sempre fatto bene, arrivando a siglare 20 marcature nell’anno di una stagione a cavallo tra il blucerchiato di Genova e l’azzurro di Napoli, molto spesso subentrando a partita in corso, quando nella squadra di Benitez le gerarchie erano già chiare.

LE SCELTE DI SARRI – Le stesse gerarchie che invece ancora devono essere stilate nel nuovo corso azzurro; tutto quel che abbiamo visto in campo finora nella gestione Sarri è frutto di esperimenti tecnici e tattici che l’ex allenatore dell’Empoli mette su per arrivare al meglio alla prima di campionato, ormai tra due settimane.
Poco più di quattordici giorni che dovranno dire al Napoli chi è, ma soprattutto dove può andare; la destinazione è semplice se tutti remano nella stessa direzione, più complicato sarà il tragitto se ci si ferma a pensare ad una esclusione di inizio agosto in una partita che non ha più valenza di un’amichevole.
Quale, dunque, il motivo della parole di Pagliari? Effettivo malessere del ragazzo o semplice manovra di mercato che rischia di destabilizzare l’intero ambiente azzurro cercando l’ago in un Pagliari (in questo caso ndr) che non c’è?
La società, giustamente stavolta, non replica e non cade nel tranello; Gabbiadini, con le qualità uniche ed infinite che si ritrova e che ha già mostrato alla nazione, pensi a lavorare sodo. Nel treno azzurro di mister Sarri ci sarà posto per tutti; come è già stato per lui e come ancora sarà.

 

 

 

 

 

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