Tutti ci siamo ritrovati presto o tardi, o magari anche in questo momento, in un nuovo corso della nostra vita. Una fase terrorizzante che vede indossare il cartellino dei novellini, intenti a dare il massimo per un progetto del quale non siamo ancora parte integrante. Nel 2001 Bill Lawrence riesce a tirar fuori da questo concetto uno dei prodotti più esilaranti che la tv abbia mai offerto, Scrubs.
Con una regia quasi filmica, e di certo distante da quanto proposto da centinaia di sit-com in precedenza, questa serie ha letteralmente conquistato il proprio pubblico con otto stagioni eccellenti (la nona non esiste…), sfruttando storie reali raccontate da ex rookie della medicina, condendo poi il tutto con personaggi folli e perennemente sopra le righe, in un ospedale che avrebbe i requisiti per essere definito un manicomio, in una miscela di risate e sentimenti.
Nessuno sa come si superino queste fasi. Accade e basta, e nel frattempo occorre tener duro e fare del proprio meglio per non crollare. Un rookie deve restare perennemente in equilibrio, perché in una condizione del genere, cadere vorrebbe dire probabilmente non rialzarsi mai più.
Ancora una volta il Napoli si ritrova a dare inizio a un nuovo progetto, incapace di aggrapparsi a una continuità tecnica. Il club azzurro non può di certo considerasi alle prime armi, ma con l’addio di Benitez e l’arrivo di Sarri, si ritrova nuovamente in un territorio in parte sconosciuto. Senza privarsi dei propri big, De Laurentiis ha deciso di offrire le chiavi del regno a un novellino dei piani alti, Sarri, pratico ed esperto, in grado, si spera, di riuscire a infondere le sue idee nella mente e nelle gambe dei big, abituati ad altri curricula, e dei nuovi arrivi, come lui pronti al gran salto nel buio.
L’accoglienza non è stata delle migliori e, dopo aver finto abbastanza a lungo di apprezzare il nuovo corso, dopo la sconfitta contro il Nizza in amichevole il web ha riportato in auge il vero animo di gran parte del tifo azzurro, disfattista e perennemente pessimista. Molti uomini fuori a causa del gran carico di lavoro del ritiro, difesa quantomeno provvisoria e centrocampo tendente maggiormente al fisico piuttosto che al tecnico, con Lopez a sostituire Hamsik.
Il Napoli è in fase di crescita e di certo farà i suoi errori e, come dice il dottor Cox, tutti i rookie sono dei potenziali killer, dunque c’è da attendersi qualche gara sbagliata, soprattutto agli inizi di questa lunga corsa. E’ un Napoli nuovo ma soprattutto diverso, che ha però le armi giuste per lottare in serie A e non solo.
Ora sta a voi decidere per quale ruolo presentarvi alle audizioni, se per quello di Cox, duro e severo ma sempre presente nel seguire la crescita dei suoi ragazzi, o per quello che ha due pollici e non ti ascolta neanche, Bob Kelso, che ha ancora il nome Walter tatuato su una chiappa.
di Luca Incoronato (Twitter:@_n3ssuno_)