#AMENTEFREDDA – Stessi pregi e stessi difetti. Napoli, hai ancora da lavorare

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a cura di Gennaro Arpaia (Twitter: @gennarojenius9)

Inutile fare processi quando si è ancora al 3 di agosto. Eppure, di questo Nizza-Napoli qualcosa dovremo pur dire. Troppe le attenuanti degli azzurri, impegnati nel primo serio test della stagione, in una partita dal sapore internazionale e contro un avversario non troppo blasonato, ma comunque di un certo livello.
Il Nizza travolgente che è venuto fuori anche nella ripresa è ormai ai nastri di partenza di una stagione, quella della Ligue 1, che li vedrà alla rincorsa di un piazzamento europeo, in un campionato che, si presume, sarà ancora dominato dal Paris Saint Germain di monsieur Ibra o, se lo svedese dovesse lasciare,del conosciuto ai napoletani Edinson Cavani.
La squadra di Sarri accusa tutti i carichi di lavoro delle due settimane di ritiro in Trentino e si vede alla lunga; le assenze degli uomini più importanti, poi, con Reina e Higuain su tutti, alla lunga si fanno sentire.

Faranno discutere, infatti, i primi due gol subiti dal Napoli; il primo è un evidente infortunio di Gabriel, che non riesce a respingere il tiro avversario, il secondo è imparabile, ma forse si poteva fare qualcosa di più in fase di copertura della palla.
Il Napoli del primo tempo è però bravo a rispondere; dopo il primo svantaggio è il trio Insigne-Mertens-Callejòn a confezionare il pari, con il belga che rifinisce e lo spagnolo di Motril a siglare il primo gol stagionale. Alla faccia del modulo che non lo favoriva.
Dries si mette poi in proprio sei minuti dopo per marcare il vantaggio: il belga parte dalla sinistra, solita giocata a rientrare e tiro sul primo palo.
È il Napoli migliore, che subisce e riparte a piè veloce. Gli azzurri convincono fino a quando le gambe reggono, il punto è che le gambe non arrivano a reggere tutto il primo tempo.
Così arriva il 2-2 francese, che chiude formalmente il primo tempo.
La girandola di cambi non lascia molto spazio ai meccanismi oliati degli ospiti; il Napoli 2 non convince pienamente, Rafael becca il 3-2 decisivo dei padroni di casa aduna mezz’ora dalla fine e il copione è sempre lo stesso: dormita difensiva, avversario ad anticipare tutti di testa, gol.
La serata transalpina lascia in eredità molte cose buone e molte altre negative. Il vero problema è che il buono e il meno buono sono sempre gli stessi di un anno fa: l’attacco va, le punte azzurre convincono già pure con l’assenza di Higuain. Il centrocampo con Valdifiori pare poter girare meglio, ma la copertura al pacchetto arretrato sembra venire meno troppo spesso e con troppa facilità.
Esercizio di retorica sarebbe dire che in porta i due verdeoro devono ancora essere rimandati; in attesa che Reina possa prendersi il suo posto tra i pali.
Insomma, materiale su cui lavorare ce n’è già abbastanza; contro il Porto si aspettano miglioramenti, il Napoli e Sarri saranno già pronti?

 

 

 

 

 

 

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